Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/186: differenze tra le versioni
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Sul finire di luglio, una sera, Marco Ferragna, che a furia d’anni aveva adottato molte delle abitudini dei proprietari di X***, salì a cavallo e partì per visitare uno dei suoi numerosi possedimenti. — Mariagrazia, — disse alla sua domestica, — probabilmente stanotte dormirò in campagna, quindi non attendermi. — Mariagrazia gli fornì di viveri per la cena la piccola bisaccia bianca a fiorami rossi legata alla sella, e non fece osservazione alcuna, però osservò che quella era la prima volta che il suo elegante padrone si adattava a passare la notte fuori della sua ricca camera da letto. |
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Marco dunque partì; passando davanti alla casa di don Salvatore, vide Lara seduta accanto ad una finestra. Lara che nella sua convalescenza aveva ripreso la perfetta dolce fisonomia della «morta». |
Marco dunque partì; passando davanti alla casa di don Salvatore, vide Lara seduta accanto ad una finestra. Lara che nella sua convalescenza aveva ripreso la perfetta dolce fisonomia della «morta». |
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Un brivido passò per le spalle di Marco, che la guardò fisso sinché potè |
Un brivido passò per le spalle di Marco, che la guardò fisso sinché potè vederla. Quando la sua pallida faccia scomparve, Marco spronò a sangue il cavallo morsicandosi le labbra con furore, e s’immerse in pensieri ben tetri e profondi se non gli lasciavano neppure intendere i saluti che la gente gli prodigava lungo la sua via. {{Pt|Ga|}} |