Pagina:Platone - Fedro, Dalbono, 1869.djvu/50: differenze tra le versioni

Aubrey (discussione | contributi)
 
Vllmtt (discussione | contributi)
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 75%
+
Pagine SAL 100%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
{{Pt|lità|}} di essa; or bisogna che diciamo intorno alla sua forma. Per dire quale essa sia ci vorrebbe un ragionamento soprannaturale e assai prolisso, ma facendo per via di somiglianza, basterà il discorso umano c parole più brevi; adunque parleremo così.
{{Pt|lità|}} di essa; or bisogna che diciamo intorno alla sua forma. Per dire quale essa sia ci vorrebbe un ragionamento soprannaturale e assai prolisso, ma facendo per via di somiglianza, basterà il discorso umano e parole più brevi; adunque parleremo così.


«Facciamo che l’anima dunque sia simile alla forza unita di un carro alato e di un auriga; ora i cavalli e condottieri tutti che appartengono agli Dei sono valenti e figli di padri valenti; quelli che non appartengono agli Dei sono mischiati tra buoni e cattivi. E in primo luogo presso noi altri uomini il nostro condottiero guida la muta, ma de’ cavalli l’uno è bello e vigoroso e nato da padre simile, F altro è l’opposto e e nato da padre anche l’opposto del primo, e per questo è che il nostro carro dev’essere per forza difficile a guidare e fastidioso. Or dunque ci dobbiamo provar di spiegare donde vengano agli esseri che vivono le denominazioni di mortali ed immortali.
«Facciamo che l’anima dunque sia simile alla forza unita di un carro alato e di un auriga; ora i cavalli e condottieri tutti che appartengono agli Dei sono valenti e figli di padri valenti; quelli che non appartengono agli Dei sono mischiati tra buoni e cattivi. E in primo luogo presso noi altri uomini il nostro condottiero guida la muta, ma de’ cavalli l’uno è bello e vigoroso e nato da padre simile, l'altro è l’opposto e e nato da padre anche l’opposto del primo, e per questo è che il nostro carro dev’essere per forza difficile a guidare e fastidioso. Or dunque ci dobbiamo provar di spiegare donde vengano agli esseri che vivono le denominazioni di mortali ed immortali.


«L’anima ingenerale ha cura di tutto l’universo inanimato e si va aggirando attorno per tutto quanto il cielo, pigliando in diversi tempi diverse forme. Quell'anima dunque, quando è perfetta e fornita di ali, si aggira in alto e regge l'universo mondo, ma quando ha perduto le ali va attorno finchè si apprenda a qualche cosa di corporeo, venendo a dimorare in esso e pigliando corpo terreno; e parendo da sè stesso {{Pt|muo-|muoversi}}
«L’anima in generale ha cura di tutto l’universo inanimato e si va aggirando attorno per tutto quanto il cielo, pigliando in diversi tempi diverse forme. Quell'anima dunque, quando è perfetta e fornita di ali, si aggira in alto e regge l'universo mondo, ma quando ha perduto le ali va attorno finchè si apprenda a qualche cosa di corporeo, venendo a dimorare in esso e pigliando corpo terreno; e parendo da sè stesso {{Pt|muo-|muoversi}}