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248 l/OMHHA DELLA GIOVINEZZA — Mi faceva bene. — E io invece avrei bisogno di sfare in città. Per cambiare, forse. — Sceglieremo dove vuoi tu. — Ma non sarà possibile: nodi posso lasciare la fattoria. E s’egli si metteva a raccontarle come viveva insieme con. il fratello, ella stava attenta come per capire bene e per far piacere a lui; ma; da sè 11011 gli chiedeva mai itierifje e nè meno voleva sapere quend’cgli l’avrebbe sposata. Patreva che non gliene importasse, rimettendosi del tutto alla volontà di lui. Ma, una domenica, Orazio trovò il fratelli« ad aspettarlo un cento metri dalla; fattoria. Il fratello era fuori di sè e gli gridò: — Io non so, perché tu lasci in abbandono i nostri affari ! Se non ci fossi io, a quest’ora sa¬ remmo due mendicanti. Hai capito che anche tu devi mettere la testa al posto? Sci un vigliac¬ co, verso di me. Orazio gli chiese: — Che ti prende cosi all'improvviso? — Mi prende la ragione che io ho di farla, finita in qualunque modo li piaccia. ì/