Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/149: differenze tra le versioni

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e tutti questi luoghi sono volti a settentrione, e sono della Celtica non dell’Iberia, ed anzi sono mere invenzioni di Pitea<ref>Il nostro Autore ha ragione di dire che il prolungamento del Capo Calbio non altera punto la lunghezza del continente; ma s’inganna asserendo ch’esso è una mera invenzione di Pitea. Esso è il Capo di Sant-Mahé rimpetto all’isola d’Ouessant; e si vedrà come Strabone, per averlo escluso dalla sua Carta, ha sfigurata la Gallia. (G.)</ref>. Alle misure poi della lunghezza già dette aggiunge altri due mila stadii verso occidente e due mila anche verso oriente, per salvare quell’opinione che fa la larghezza il doppio della lunghezza.
alla pratica, parendogli ch’essa appartenga a coloro i quali al dire di Democrito ''vivono solo di controversie''. Perocchè non vi essendo precisi confini (colonne o barriere), come fra Colitto e Melite, noi possiamo ben dire questo è Colitto questo è Melite, ma indicarne i limiti non possiamo. E di qui spesse volte v’ebbero de’ litigi intorno ad alcuni luoghi; per esempio fra gli Argivi ed i Lacedemoni per Tirea, fra gli Ateniesi e i Beoti per Orope. Oltre di ciò gli Elleni volendo denominare i tre continenti guardarono, non già a tutta la terra abitata, ma soltanto al proprio paese ed a quello che sta loro di contro, cioè alla Caria dove abitano gli Ionii ed altri popoli a quelli vicini. Col volgere poi del tempo, essendo proceduti più oltre ed avendo conosciuti più luoghi, adottarono quella divisione che si è detta.»


Aggiunge<ref>Questo paragrafo credesi dai filologi mutilato e guasto. Le correzioni adottate dagli Editori francesi furono proposte dal celebre Bréquigny.</ref> a tutto questo Eratostene che per legge fisica la maggior dimensione della terra abitata è dal levante al ponente, dicendo che «secondo le leggi della fisica la terra abitata debb’essere più lunga dal levante al ponente, che larga dal nord al mezzodì, come abbiam già notato; perchè tale è pure la maggior dimensione della zona temperata. È noto che questa zona, rientrando, come dicono i matematici, in sè stessa forma intieramente il circolo; per modo che, se l’ampiezza del mare Atlantico non si opponesse, potremmo navigare dall’Iberia all’India seguitando sempre uno stesso parallelo, di cui le terre già dette e misurate a stadii occupano più che la terza parte; dacchè il parallelo di Tine<ref>Tine o ''Thinae'' è la città di Tanaserim sulla costa occidentale del regno di Siam bagnata dal golfo di Bengala.</ref> sul quale abbiamo determinate le distanze
Per cominciare adunque dal fine del suo ragionamento e ''vivere di controversie'' (come dice non già Democrito ma Eratostene stesso) domando se que’ primi i quali divisero la terra in tre parti attesero solo a distinguere il proprio paese da quello dei Carii che stava rimpetto a loro? e s’eglino pensarono solo all’Ellade, alla Caria ed a qualche altro luogo ivi presso, e non anche all’Europa, all’Asia, e alla Libia? Sicchè altri poi, avendo considerata tutta la terra abitata, sarebbero i veri autori della sua divisione in tre parti<ref>Οἱ δὲ λοιποὶ ἐπιόντες ὅση ἦν ἱκανὴ ὑπογράψαι τὴν τῆς οἰκουμένης ἐπίνοιαν, οὗτοί εἰσιν οἱ εἰς τρία διαιροῦντες. Abbiamo tentato, dicono gli editori francesi, d’indovinare il senso di queste parole, ma non vogliamo vantarci di essere in ciò riusciti.</ref>. Ma come