Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/82: differenze tra le versioni

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o rinunciare almeno di segnarne la divisione col mezzo del Nilo?
occupato gran tratto della spiaggia marittima: e questo confermasi anche dal trovarsi detto da Omero:
<poem>
. . ''del mondo ai confini e alla remota''
''Gente degli Etiopi in duo divisa''.</poem>


Ma quando bene si lascino in disparte coteste cose si può dividere l’Etiopia anche in un altro modo. Tutti coloro i quali navigando l’Oceano hanno costeggiata la Libia, e partendosi dal mar Rosso o dalle Colonne d’Ercole si sono per qualche tratto inoltrati, dovettero poscia dar volta, impediti da molti ostacoli; e così lasciarono in generale l’opinione che un qualche istmo attraversasse loro il viaggio; mentre per lo contrario il mare Atlantico non ha interrompimento di sorta, principalmente dalla parte di mezzogiorno. Tutti questi viaggiatori denominarono Etiopia i luoghi più lontani ai quali navigando pervennero, e con questo nome li hanno menzionati nelle loro relazioni. Or quale difficoltà ne impedirebbe di credere che anche Omero, guidato da questa fama, abbia divisi gli Etiopi in due, dicendo che gli uni si trovano verso il levante, gli altri verso il ponente? dacchè non si ha notizia di quelli di mezzo, se vi siano o no. Eforo poi riferisce un’altra antica tradizione, conosciuta probabilmente anche da Omero, secondo la quale narravano quei di Tartesso<ref>L’isola di ''Tartesso'' era formata dai due rami del fiume Beti (Guadalquivir), uno dei quali si è poi disseccato, sicchè l’isola si trovò unita alla terra ferma. L’antica Tartesside costituisce ora una parte dell’Andalusia.</ref> avere gli Etiopi discorsa la Libia fino alle sue parti occidentali; e gli uni essersi colà fermati, gli altri avere occupato
Questo dunque potrebbe dirsi contro Aristarco e contro i seguaci di lui: ed anche altre cose più comprovanti si potrebbero addurre a liberare Omero dalla taccia di una troppo grande ignoranza. Perocchè se guardiamo all’usanza degli antichi Greci, essi ebbero in costume di chiamare con un solo nome, cioè Sciti, o Nomadi secondo Omero<ref>Veramente non trovasi mai questa denominazione di ''Nomadi'' in Omero, il quale indicò con altri nomi i popoli a cui questo aggiunto competerebbe. Tali sono per esempio gli abitanti al di là della Tracia cui egli chiama ἀβίος, interpretati poi per ἀμαξοβίος e νομάδας. (Xil.)</ref>, tutti i popoli delle parti settentrionali di cui avevano cognizione; poi più tardi denominarono Celti od Iberi, o con nomi composti Celtiberi e Celto-Sciti quante nazioni conobbero nelle parti occidentali, mentre da prima per ignoranza comprendevano diversi popoli sotto una sola denominazione. E così chiamarono Etiopia tutti i paesi meridionali vicini all’Oceano. Però Eschilo nel ''Prometeo liberato''<ref>Una delle tragedie perdute. Lo stesso dicasi anche del Fetonte di Euripide citato poco appresso.</ref> dice: ''Vedrai la sacra corrente dell’Eritreo che volge sopra porporino terreno, e la palude scintillante di rame presso all’Oceano dove stanno tutti gli Etiopi, e dove l’onniveggente Sole lava sempre l’immortale suo corpo, e nei tiepidi flutti della molle