Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/71: differenze tra le versioni

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questo non dice il poeta, ed accenna soltanto il caso in cui questi venti concorrono al golfo Melano<ref>La descrizione che il nostro Autore avea scritta di questo golfo si è perduta. Erodoto ne parla nel lib. {{Sc|vii}}, cap. 58: e più ampiamente lo descrive {{AutoreCitato|Dionigi il Periegeta|Dionigi Periegeta}}, v. 538. - Ora dicesi Golfo di Saros. Il Mar ''Egeo'' poi è l’Arcipelago.</ref> nel mar di Tracia ch’è parte dell’Egeo. Perocchè la Tracia in quella parte dov’essa troncandosi si unisce alla Macedonia, si volge a mezzogiorno; e perchè si spinge addentro nel mare, perciò agli abitanti di Taso, di Lemno, d’Imbro e di Samotracia<ref>Ora diconsi Taso, Stalimene, Imbro, Samotraki. - Le rocce Scironie menzionate poco appresso sono sul territorio di Megara fra questa città e l’istmo di Corinto. Del resto osserva il Gossellin che Strabone e il Casaubono nelle note a questo passaggio non hanno saputo ben difendere Omero. Tutta la difficoltà procede dal non essersi questi scrittori al par di Eratostene ricordati, che al tempo di Omero non sussisteva il nome di Macedonia, e che quel paese al quale fu poi attribuito apparteneva alla Tracia. Ciò posto ben si comprende come, trovandosi la Pieria, l’Emazia e la grande penisola di Calcidica dov’è il monte Atos, all’ouest e quasi alla stessa altezza della Troade, mentre quella parte di Tracia ch’è vicina all’Ellesponto è al nord di Troja, Omero ebbe ragione di dire che rispetto ai Greci, i quali erano situati di contro a questa città, Zefiro e Borea (cioè i venti dell’ouest e del nord) spiravano dalla Tracia tutti e due. (G.)</ref> e di tutto il mare all’intorno si pare che i Zefiri spirino da quella parte: come agli abitatori dell’Attica sembra che spirino dalle rocce Scironie, dalle quali eziandio tutti i Zefiri, ma sopra tutti gli Argesti si chiamano Scironii. Questo non comprese Eratostene, sebbene avrebbe dovuto
almen sospettarlo, poichè riferisce quel rivolgimento della Tracia del quale parlai: ma per avere interpretate in senso assoluto le parole del poeta lo accusò d’imperizia, osservando che il Zefiro trae dalle regioni occidentali e dall’Iberia, e che la Tracia non si stende fin là. Dunque Omero ignorò che Zefiro spira dall’occidente? eppure gli assegna il suo proprio luogo ove dice:
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''S’avventaro sul mar quasi in un groppo''
''Ed Euro e Noto e il celere Ponente,''
''E Aquilon che pruine aspre su l’ali''
''Reca, ed immensi flutti innalza e volve''<ref>Odiss., lib. {{Sc|v}}, 295.</ref>.</poem>

O forse non seppe che la Tracia non si distende oltre i monti Peonici e Tessali<ref>Accenna qui la parte occidentale della Tracia denominata poi Macedonia: essa aveva la Peonia dalla parte del nord, e la Tessaglia da quella di mezzogiorno. (G.)</ref>? Eppure egli conobbe le genti che vengono ordinatamente dopo la Tracia, sì le marittime, come le mediterranee, e le nominò. Tali sono alcuni dei Magneti, i Malii, gli Elleni tutti per ordine fino ai Tesproti, e così anche i Dolopi confinanti coi Peonii, ed i Selli che abitano presso a Dodona fino all’Acheloo<ref>Oggi dicesi ''Aspro-potamo'', od anche ''Fiume bianco'', ed entra in mare dove comincia il golfo di Corinto.</ref>: nè fa punto menzione di Traci al mezzogiorno di queste nazioni. Più volentieri poi si trattiene a parlar del mare che gli era più presso e più conosciuto; come in que’ versi:
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. . . . . . . . . . . ''A quella guisa''
''
</poem>