Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/28: differenze tra le versioni
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terra abitata stendendosi la parte settentrionale fino alle estremità della Scizia o della Celtica, e la parte meridionale fino a quelle dell’Etiopia, dee di necessità la differenza essere grande. Così parimenti è assai diverso l’abitare fra gl’Indi o fra gl’Iberi; dei quali sappiamo che i primi sono all’estremo levante e i secondi al ponente, e che in qualche modo<ref>Dice ''in qualche modo'', perchè veramente l’India e l’Iberia o Spagna non sono antipodi fra di loro, non dandosi questo nome se non a quei luoghi che si trovan sul globo in situazioni diametralmente opposte.</ref> sono antipodi fra di loro. Ora tutte queste cose avendo il loro principio dal movimento del sole e degli altri astri, ed anche dalla tendenza de’ corpi al centro, ci costringono a considerare il cielo, e que’ fenomeni celesti che appariscono a ciascheduno di noi; ed in questi si veggono differenze stragrandi delle varie posizioni. Chi mai dunque potrebbe saper bene ed esattamente descrivere le diversità dei luoghi, senza avere considerati punto nè poco i corpi celesti? Perocchè, sebbene per essere il nostro libro politico più che altro, non sia possibile investigare a fondo ogni cosa, conviene peraltro di fare quelle investigazioni nelle quali anche un uomo di Stato ci può tener dietro. |
terra abitata stendendosi la parte settentrionale fino alle estremità della Scizia o della Celtica, e la parte meridionale fino a quelle dell’Etiopia, dee di necessità la differenza essere grande. Così parimenti è assai diverso l’abitare fra gl’Indi o fra gl’Iberi; dei quali sappiamo che i primi sono all’estremo levante e i secondi al ponente, e che in qualche modo<ref>Dice ''in qualche modo'', perchè veramente l’India e l’Iberia o Spagna non sono antipodi fra di loro, non dandosi questo nome se non a quei luoghi che si trovan sul globo in situazioni diametralmente opposte.</ref> sono antipodi fra di loro. Ora tutte queste cose avendo il loro principio dal movimento del sole e degli altri astri, ed anche dalla tendenza de’ corpi al centro, ci costringono a considerare il cielo, e que’ fenomeni celesti che appariscono a ciascheduno di noi; ed in questi si veggono differenze stragrandi delle varie posizioni. Chi mai dunque potrebbe saper bene ed esattamente descrivere le diversità dei luoghi, senza avere considerati punto nè poco i corpi celesti? Perocchè, sebbene per essere il nostro libro politico più che altro, non sia possibile investigare a fondo ogni cosa, conviene peraltro di fare quelle investigazioni nelle quali anche un uomo di Stato ci può tener dietro. |
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Chiunque poi abbia già tanto sollevato lo spirito, non potrà astenersi dal considerare la terra nella sua intierezza: perocchè sarebbe cosa manifestamente ridicola, se colui il quale osò, per desiderio di ben descrivere la terra abitata, accostarsi ai fenomeni celesti e valersene |
Chiunque poi abbia già tanto sollevato lo spirito, non potrà astenersi dal considerare la terra nella sua intierezza: perocchè sarebbe cosa manifestamente ridicola, se colui il quale osò, per desiderio di ben descrivere la terra abitata, accostarsi ai fenomeni celesti e valersene |
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''Quanto va lungi dalla terra il cielo''<ref>Iliad., lib. {{Sc|viii}}, 16</ref>.</poem>A così fatta varietà di dottrina aggiungasi inoltre la storia naturale, quella cioè degli animali, delle piante, e di quanti altri oggetti utili o nocivi producono la terra ed il mare: e quello ch’io dico<ref>Cioè che la scienza della geografia risulta da una grande varietà di cognizioni. - Di qui poi l’Autore si apre il passo alla terza proposizione, cioè all’utilità della geografia.</ref> diventerà, al parer mio, sempre più manifesto. |
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Che poi debba avere grande utile chiunque avrà appresa questa scienza è chiaro sì dalla testimonianza dell’antichità come dalla ragione. E primamente, i poeti rappresentano come prudentissimi fra gli eroi quelli i quali uscirono spesso dal proprio paese ed andarono peregrinando. Perocchè tengono in gran conto l’''aver vedute |