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due donne che in casa erano in certi servigi, che bisognava che stessero due ore a tornar a casa. Erasi già prima disfatto di quanti uomini soleva tenere. Fatto questo, se n’andò di lungo dentro la camera ove credeva che la moglie dormisse. Quivi arrivato, quanto più chetamente puoté se n’andò al letto, e per esser l’uscio aperto eravi pure un cotal birlume, dal cui splendore aiutato, vide, come egli pensava, la donna che sovra il letto boccone giaceva. E stesa la mano sinistra e quella posta sovra il capo de l’imagine, tirò fuor un pugnale e con quanta forza puoté quello ficcò ne le schiene a la statua. Faustina, che sotto il letto era e senti la percossa, tirò le funi di modo che l’imagine tutta si scosse. Marco Antonio, pensando che la moglie volesse levarsi, le diede un’altra ferita e passolla di banda in banda. Era da la prima ferita uscito di quell’umor rosso pur assai, e medesimamente da la seconda. Il perché egli, sentendo che la moglie più non si moveva, pensando quella portar via, prese la statua e quella in un necessario che in camera era gettò. Aveva di già fatto andar Cornelia vestita da paggio a la nave, su la quale, essendosi col padrone del legno convenuto, aveva anco mandato una cassa ne la quale tutti i suoi danari e gioie erano. E cosi, serrata la camera, se n’andò a la nave. Faustina, come senti partirsi il marito e che già era fuor di casa, non ritrovando nessuno in casa, si spogliò i panni romaneschi e si vesti di vestimenti da cortegiana che apparecchiati aveva. E presi quei pochi danari che aveva, con alcune camiscie ed altre sue cosette, se n’andò di lungo a Ripa e col padrone del legno ove Cornelia era si convenne, fingendo esser da Barcellona. Il che poteva di leggiero fare, perché sapeva benissimo la lingua spagnuola. Ella era molto bella e giovane. Il perché, essendo in abito di cortegiana ed usando atti di putta, cominciò a servire quelli che erano in nave, non dico di spiegar vele o simili servigi marinareschi, ma di quelli servigi che communemente gli uomini da le donne ricercano, e per un baiocco si dava in vettura a chi voleva. Non era ancora uscita la barca de la foce del Tevere, che ella già più di quindici staffette aveva corso. Come furono de la foce usciti, s’inviarono verso Cittavecchia,
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due donne che in casa erano in certi servigi, che bisognava che
stessero due ore a tornar a casa. Erasi già prima disfatto di
quanti uomini soleva tenere. Fatto questo, se n’andò di lungo
dentro la camera ove credeva che la moglie dormisse. Quivi
arrivato, quanto più chetamente puoté- se n’andò al letto, e per
esser l’uscio aperto eravi pure un cotal birlume, dal cui splen¬
dore aiutato, vide, come egli pensava, la donna che sovra il letto
boccone giaceva. E stesa la mano sinistra e quella posta sovra
il capo de l’imagine, tirò fuor un pugnale e con quanta forza
puoté quello ficcò ne le schiene a la statua. Faustina, che sotto
il letto era e senti la percossa, tirò le funi di modo che l’ima-
gine tutta si scosse. Marco Antonio, pensando che la moglie vo¬
lesse levarsi, le diede un’altra ferita e passolla di banda in banda.
Era da la prima ferita uscito di quell’umor rosso pur assai, e
medesimamente da la seconda. Il perché egli, sentendo che la
moglie più non si moveva, pensando quella portar via, prese la
statua e quella in un necessario che in camera era gettò. Aveva
di già fatto andar Cornelia vestita da paggio a la nave, su la
quale, essendosi col padrone del legno convenuto, aveva anco
mandato una cassa ne la quale tutti i suoi danari e gioie erano.
E cosi, serrata la camera, se n’andò a la nave. Faustina, come
senti partirsi il marito e che già era fuor di casa, non ritrovando
nessuno in casa, si spogliò i panni romaneschi e si vesti di ve¬
stimenti da cortegiana che apparecchiati aveva. E presi quei
pochi danari che aveva, con alcune camiscie ed altre sue cosette,
se n’andò di lungo a Ripa e col padrone del legno ove Cor¬
nelia era si convenne, fingendo esser da Barcellona. Il che po¬
teva di leggiero fare, perché sapeva benissimo la lingua spa-
gnuola. Ella era molto bella e giovane. Il perché, essendo in
abito di cortegiana ed usando atti di putta, cominciò a servire
quelli che erano in nave, non dico di spiegar vele o simili ser¬
vigi marinareschi, ma di quelli servigi che communemente gli
uomini da le donne ricercano, e per un baiocco si dava in vet¬
tura a chi voleva. Non era ancora uscita la barca de la foce
del Tevere, che ella già più di quindici staffette aveva corso.
Come furono de la foce usciti, s’inviarono verso Cittavecchia,
M. Bandello, Novelle.
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