Orlando furioso (1928)/Canto 5: differenze tra le versioni

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}}
<poem>
<span style="font-size:80%">{{O|1</span>&nbsp;&nbsp;}} Tutti gli altri animai che sono in terra,
o che vivon quieti e stanno in pace,
o se vengono a rissa e si fan guerra,
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né la iuvenca ha del torel paura.
 
<span style="font-size:80%">{{O|2</span>&nbsp;&nbsp;}} Ch'abominevol peste, che Megera
è venuta a turbar gli umani petti?
che si sente il marito e la mogliera
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di sangue gli ha bagnati l'ira stolta.
 
<span style="font-size:80%">{{O|3</span>&nbsp;&nbsp;}} Parmi non sol gran mal, ma che l'uom faccia
contra natura e sia di Dio ribello,
che s'induce a percuotere la faccia
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ma in vista umana uno spirto de l'inferno.
 
<span style="font-size:80%">{{O|4</span>&nbsp;&nbsp;}} Cotali esser doveano i duo ladroni
che Rinaldo cacciò da la donzella,
da lor condotta in quei scuri valloni
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or, seguendo l'istoria, così dico.
 
<span style="font-size:80%">{{O|5</span>&nbsp;&nbsp;}} La donna incominciò: - Tu intenderai
la maggior crudeltade e la più espressa,
ch'in Tebe e in Argo o ch'in Micene mai,
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perché veder sì crudel gente schivi.
 
<span style="font-size:80%">{{O|6</span>&nbsp;&nbsp;}} Ch'agli nemici gli uomini sien crudi,
in ogni età se n'è veduto esempio;
ma dar la morte a chi procuri e studi
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ti dirò da principio ogni cagione.
 
<span style="font-size:80%">{{O|7</span>&nbsp;&nbsp;}} Voglio che sappi, signor mio, ch'essendo
tenera ancora, alli servigi venni
de la figlia del re, con cui crescendo,
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parermi il duca d'Albania più bello.
 
<span style="font-size:80%">{{O|8</span>&nbsp;&nbsp;}} Perché egli mostrò amarmi più che molto,
io ad amar lui con tutto il cor mi mossi.
Ben s'ode il ragionar, si vede il volto,
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che più secreta avea Ginevra bella;
 
<span style="font-size:80%">{{O|9</span>&nbsp;&nbsp;}} dove tenea le sue cose più care,
e dove le più volte ella dormia.
Si può di quella in s'un verrone entrare,