Pagina:Monete inedite dell'Italia antica.djvu/13: differenze tra le versioni

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''vulgivaga'' ({{Sc|{{AutoreCitato|Pausania|pausan.}}}}, l. I, c. 14). Spiegazione che parmi tanto più vera, per quanto alle lune accoppiansi pur sovente le stelle, come nella medaglia descritta al n. 7, dov’è nel dritto la testa di Venere ἰυστέφανος ({{Sc|{{AutoreCitato|Esiodo|hesiod.}}}}, ''Theog''. v. 196, 1008; {{Sc|{{AutoreCitato|Omero|hom.}}}}, ''Odyss''. Σ, v. 192), quale almeno l’addimostrano il velo ed il diadema, soliti ornamenti di questa dea nelle medaglie imperiali, dov’è cognominata ''celeste'' ({{Sc|<!--Johann Christoph Rasche-->rasche}}, ''Lex. univ. rei num.'' tom. V, parte 2, p. 889)<ref>In quanto alla Venere ''asteris'', o ''urania'' ({{Sc|{{AutoreCitato|Giovanni Lido|lydo}}}}, ''De mens''. p. 68-176 ed. ''Roether''), sappiamo ch’essa fu detta ''ἀστάρχη'' da’ Fenici ({{Sc|erodian.}} l. V, §. 15); cognome che dà pure lo pseudo Orfeo alla Luna, perché la regina, la conduttrice, e la più bella fra gli astri: (''Hymn''. v. 7). Della stella di Venere poi fa menzione Timeo di Locri (''De anima mundi'',in Plat. oper., tom. X, p. 11 ed. ''Soc. Bipont''. 1786); ed anche talvolta {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}}, che l’appella Lucifero:<br/><br/>
''vulgivaga'' ({{Sc|{{AutoreCitato|Pausania|pausan.}}}}, l. I, c. 14). Spiegazione che parmi tanto più vera, per quanto alle lune accoppiansi pur sovente le stelle, come nella medaglia descritta al n. 7, dov’è nel dritto la testa di Venere ἰυστέφανος ({{Sc|{{AutoreCitato|Esiodo|hesiod.}}}}, ''Theog''. v. 196, 1008; {{Sc|{{AutoreCitato|Omero|hom.}}}}, ''Odyss''. Σ, v. 192), quale almeno l’addimostrano il velo ed il diadema, soliti ornamenti di questa dea nelle medaglie imperiali, dov’è cognominata ''celeste'' ({{Sc|{{AutoreCitato|Johann Christoph Rasche|rasche}}}}, ''Lex. univ. rei num.'' tom. V, parte 2, p. 889)<ref>In quanto alla Venere ''asteria'', o ''urania'' ({{Sc|{{AutoreCitato|Giovanni Lido|lydo}}}}, ''De mens''. p. 68-176 ed. ''Roether''), sappiamo ch’essa fu detta ''ἀστάρχη'' da’ Fenici ({{Sc|erodian.}} l. V, §. 15); cognome che dà pure lo pseudo Orfeo alla Luna, perchè la regina, la conduttrice, e la più bella fra gli astri: (''Hymn''. v. 7). Della stella di Venere poi fa menzione Timeo di Locri (''De anima mundi'',in Plat. oper., tom. X, p. 11 ed. ''Soc. Bipont''. 1786); ed anche talvolta {{AutoreCitato|Publio Virgilio Marone|Virgilio}}, che l’appella Lucifero:<br/><br/>


''Quem Venusante alios astrorum diligit ignes''<br/><br/>
''Quem Venus ante alios astrorum diligit ignes''<br/><br/>


({{TestoCitato|Eneide|Æneid.}} l. VIII, v. 590).</ref>.
({{TestoCitato|Eneide|Æneid.}} l. VIII, v. 590).</ref>.


E si avverta, che quivi le ''tre'' lune e le ''tre'' stelle del riverso fanno inoltre bel riscontro ai tre globetti del dritto, e distinguon così pel loro numero dalle rimanenti frazioni di asse questo ripercosso quadrante, in cui al disotto scorgonsi chiaramente le tracce di un’altra impronta; che quanto sembra, è quella appunto d’un sestante coniato in Luceria, avente da un lato la t. di Mercurio, due globetti e la iniziale L, e dall’altro la prora, gli stessi globetti, e l’epigrafe ROMA con la medesima iniziale, unico distintivo di questa zecca sotto il dominio de’ Romani<ref>Al catalogo delle monete di Luceria battute in quest’epoca e da me riferito (''Osservaz''. p. 71), debbonsi aggiunger le seguenti:
E si avverta, che quivi le ''tre'' lune e le ''tre'' stelle del riverso fanno inoltre bel riscontro ai ''tre'' globetti del dritto, e distinguon così pel loro numero dalle rimanenti frazioni di asse questo ripercosso quadrante, in cui al disotto scorgonsi chiaramente le tracce di un’altra impronta; che quanto sembra, è quella appunto d’un sestante coniato in Luceria, avente da un lato la t. di Mercurio, due globetti e la iniziale L, e dall’altro la prora, gli stessi globetti, e l’epigrafe ROMA con la medesima iniziale, unico distintivo di questa zecca sotto il dominio de’ Romani<ref>Al catalogo delle monete di Luceria battute in quest’epoca e da me riferito (''Osservaz''. p. 71), debbonsi aggiunger le seguenti:
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|{{nowrap|1. {{Sc|quincunce}}.}}
|{{nowrap|1. {{Sc|quincunce}}.}}
|T. di Apollo laureata a d., dietro L. <br/>''Rov''. 1 Dioscuri a cavallo a d., avendo nelle mani le aste» sotto ROMA e cinque globetti.
|T. di Apollo laureata a d., dietro L. <br/>''Rov''. I Dioscuri a cavallo a d., avendo nelle mani le aste, sotto ROMA e cinque globetti.
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|2. {{Sc|triente}}.
|2. {{Sc|triente}}.
|T. di Cerere coronata di spighe a d. <br/>''Rov''. Quadriga, sopra L, sollo un drago, quattro globetti e ROMA.
|T. di Cerere coronata di spighe a d. <br/>''Rov''. Quadriga, sopra L, sotto un drago, quattro globetti e ROMA.
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|3. {{Sc|sestante}}.
|3. {{Sc|sestante}}.
|T. di Mercurio a d. <br/>''Rov''. Prora di nave, sopra Σ di lato L, sotto ROMA.
|T. di Mercurio a d. <br/>''Rov''. Prora di nave, sopra Σ, di lato L, sotto ROMA.
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Si avverta, che nel triente allude alle quattr’once la quadriga, e nel sestante è il Σ iniziale della voce ''Sextans''.</ref>.
Si avverta, che nel triente allude alle quattr’once la quadriga, e nel sestante è il Σ iniziale della voce ''Sextans''.</ref>.


Della bellissima medaglia segnata col n. 1, sebbene conosciuta per la descrizione del ch. {{AutoreCitato|Francesco Maria Avellino|Avellino}} (''Ital. vet. num'', 1, p. 104), non erasi finora dato alcun disegno; e perciò ho stimato qui riprodurla, esistendo anche conservatissima, e tal quale vedesi ritratta, nella famosa collezione del Museo {{Pt
Della bellissima medaglia segnata col n. 1, sebbene conosciuta per la descrizione del ch. {{AutoreCitato|Francesco Maria Avellino|Avellino}} (''Ital. vet. num'', 1, p. 104), non erasi finora dato alcun disegno; e perciò ho stimato quì riprodurla, esistendo anche conservatissima, e tal quale vedesi ritratta, nella famosa collezione del Museo {{Pt|San-|Santangelo, }}
|San-
|Santangelo, }}