Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/219: differenze tra le versioni
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{{Pt|ra|maniera}}, che sono state disotterrate nella villa d’Adriano a Tivoli. Sotto questo Cesare, che malgrado tutt’i suoi lumi era sommamente superstizioso, sembra essersi vieppiù esteso pel romano impero il culto delle divinità egiziane avvalorato dal suo esempio. Ei fece nella villa tiburtina erigere un tempio, cui chiamò Canopo, le statue collocandovi dei numi d’Egitto; e nelle rovine di questo tempio, se non tutti, almeno per la maggior parte fono stati scavati i lavori d’imitazione delle antiche egiziane figure che veggonsi in Roma. In alcune egli fece esattamente imitare il più vetusto lavoro, e in altre l’arte degli Egizj accoppiò con quella de’ Greci. In amendue le maniere trovansi alcune statue, le quali nella politura e nell’atteggiamento alle più antiche egiziane figure somigliano, vale a dire, fono affatto ritte e senza azione, hanno le braccia distese, pendenti, e strettamente attaccate ai fianchi e alle cosce, ne son paralleli i piedi, e stanno esse ad un pilastro appoggiate. Altre sono nella stessa attitudine, se non che libere hanno le mani, portando con effe o indicando qualche cosa. E’ gran danno che queste figure non abbiano tutte le loro teste originarie; poiché dalla testa, piucchè dalle altre parti, traggonsi le migliori prove per riconoscere i diversi stili. |
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{{Pt|ra|maniera}}, che sono state disotterrate nella villa d’Adriano a Tivoli. Sotto questo Cesare, che malgrado tutt’i suoi lumi era sommamente superstizioso, sembra essersi vieppiù esteso pel romano impero il culto delle divinità egiziane avvalorato |
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dal fuo elempio. Ei fece nella villa tiburtina erigere un |
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tempio, cui chiamò Canopo, le ftatue collocandovi dei numi |
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d’Egitto; e nelle rovine di quefto tempio, fé non tutti, |
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almeno per la maggior parte fono ftati fcavati i lavori d’imitazione |
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delle antiche egiziane figure che veggonfi in Roma. |
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In alcune egli fece efattamente imitare il più vetullo lavoro, |
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e in altre l’arte degli Egizj accoppiò con quella de’Greci. In amendue le maniere trovanfì alcune ftatue, le quali nella |
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politura e nell’atteggiamento alle più antiche egiziane figure |
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fomigliano, vale a dire, fono affatto ritte e fenza azione, hanno le braccia dilèefe, pendenti, e ftrettamente attaccate |
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ai fianchi e alle cofce, ne fon paralleli i piedi, e ftanno |
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efte ad un pilaltro appoggiate. Altre fono nella ftefì^a attitudine, fé non che libere hanno le mani, portando con |
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effe o indicando qualche cofa. E’gran danno che quefte figure |
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non abbiano tutte le loro tefte originarie; poiché dalla |
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tefta, piucchè dalle altre parti, traggonfi le migliori prove |
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per riconofcere i diverfi ftili. |
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§. 10. Tra le ftatue hanno principalmente ad olTerN’arfi |
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§. 10. Tra le statue hanno principalmente ad osservarsi quelle due di granito rosso collocate alla porta del palazzo vescovile di Tivoli<ref>{{AutoreCitato|Paolo Alessandro Maffei|Maffei}} ''Raccolta di Stat. fol. 148''. [ Ora nel Museo Pio-Clementino, come già si è avvertito alla ''pag. 71''. {{Sc|b}}.</ref>, e ’l celebre Antinoo di marmo del museo Capitolino: questa è alquanto maggiore della grandezza naturale, e le altre due ne fon quafi il doppio. Non solo hanno l’attitudine delle antiche statue egiziane, ma a somiglianza di queste appoggiate sono ad un pilastro, il quale però non è segnato da geroglifici<ref name=pagina219>Nella seconda edizione tedesca, e {{P|quin-|}}</ref>: un grembiule |
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quelle due di granito roftb collocate alla porta del palazzo |
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vefcovile di Tivoli<ref>{{AutoreCitato|Paolo Alessandro Maffei|Maffei}} ''Raccolta di Stat. fol. 148''. [ Ora nel Museo Pio-Clementino, come già si è avvertito alla ''pag. 71''. {{Sc|b}}.</ref>, e ’1 celebre Antinoo di marmo del |
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mufeo Capitolino: quefta è alquanto maggiore della grandezza |
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naturale, e le altre due ne fon quafi il doppio. Non |
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folo hanno l’attitudine delle antiche ftatue egiziane, ma a |
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fomiglianza di quefte appoggiate fono ad un pilaftro, il |
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quale però non è fegnato da geroglifici<ref name=pagina219>Nella seconda edizione tedesca, e {{P|quin-|}}</ref>: un grembiule |