Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/578: differenze tra le versioni

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Già da principio si è detto che le monete di Claudio delle quali ci occupiamo, e quelle coniate in Cizico, sono indubbiamente lavoro della stessa mano, poiché sulle une e sulle altre vediamo le identiche caratteristiche nello stile e nella scrittura, l’identico sistema di segnatura per mezzo di uno, due o tre punti; ed anche il spqr, dapprincipio già su qualche moneta della prima emissione di Cizico, poi addirittura frequentemente nell’emissione successiva.
Già da principio si è detto che le monete di Claudio delle quali ci occupiamo, e quelle coniate in Cizico, sono indubbiamente lavoro della stessa mano, poiché sulle une e sulle altre vediamo le identiche caratteristiche nello stile e nella scrittura, l’identico sistema di segnatura per mezzo di uno, due o tre punti; ed anche il spqr, dapprincipio già su qualche moneta della prima emissione di Cizico, poi addirittura frequentemente nell’emissione successiva.


Se anche, dapprima, sulla maggior parte delle monete della serie {{Sc|spqr}}, l’effigie dell’imperatore è ancora un’effigie ideale, questa finisce tuttavia col prendere una vera somiglianza di ritratto (Fig. 5, 14 e 16), come la ritroviamo precisamente, {{SAL|578|3|Carlomorino}}
Se anche, dapprima, sulla maggior parte delle monete della serie {{Sc|spqr}}, l’effigie dell’imperatore è ancora un’effigie ideale, questa finisce tuttavia col prendere una vera somiglianza di ritratto (Fig. 5, 14 e 16), come la ritroviamo precisamente,