Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/103: differenze tra le versioni

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Bisogna anzi concludere che gl’imperatori medesimi fossero tenuti all’osservanza di queste stesse prescrizioni, che emanavano dal loro diritto sovrano; poichè non si conosce nessun caso in cui, su di un medaglione, sia stato rappresentato in effigie, o ricordato nella leggenda, in vita o dopo morte, un capitano, un uomo di stato, un artista od un filosofo, per quanto benemerito dello Stato o della casa imperiale, per quanto amico personale dell’imperatore, e nonostante che gli si fossero erette statue per ordine di questi o per decisione del Senato.
Bisogna anzi concludere che gl’imperatori medesimi fossero tenuti all’osservanza di queste stesse prescrizioni, che emanavano dal loro diritto sovrano; poichè non si conosce nessun caso in cui, su di un medaglione, sia stato rappresentato in effigie, o ricordato nella leggenda, in vita o dopo morte, un capitano, un uomo di stato, un artista od un filosofo, per quanto benemerito dello Stato o della casa imperiale, per quanto amico personale dell’imperatore, e nonostante che gli si fossero erette statue per ordine di questi o per decisione del Senato.


Il diritto d’effigie e di leggenda, pel medaglione, è quindi riservato all’imperatore con quello stesso rigore che vige per la moneta corrente. Da questa circostanza incontestabile si dovrà dedurre, per necessaria conseguenza, che l’emissione dei medaglioni, di qualsiasi metallo, è basata sul{{SAL|103|3|Carlomorino}}
Il diritto d’effigie e di leggenda, pel medaglione, è quindi riservato all’imperatore con quello stesso rigore che vige per la moneta corrente. Da questa circostanza incontestabile si dovrà dedurre, per necessaria conseguenza, che l’emissione dei medaglioni, di qualsiasi metallo, è basata sul