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Arabella, che aveva il cuore aperto, si sentì a un tratto molto colpevole di quel disordine, di quell’abbandono. Naldo era suo fratello giusto, il ritratto in piccolo del suo povero papà, gli stessi occhi neri, la stessa carnagione bianca e delicata. Se cresceva un monello e se portava intorno i segni della pezzenteria, la colpa non era soltanto della povera mamma, stanca, abbattuta sotto il peso di tante cose e di tante disgrazie, ma ancora un poco di una certa monachella che colla scusa di contemplare gli eterni misteri del paradiso, non si curava dei bottoni e delle calze della sua gente.
Arabella, che aveva il cuore aperto, si sentì a un tratto molto colpevole di quel disordine, di quell’abbandono. Naldo era suo fratello giusto, il ritratto in piccolo del suo povero papà, gli stessi occhi neri, la stessa carnagione bianca e delicata. Se cresceva un monello e se portava intorno i segni della pezzenteria, la colpa non era soltanto della povera mamma, stanca, abbattuta sotto il peso di tante cose e di tante disgrazie, ma ancora un poco di una certa monachella che colla scusa di contemplare gli eterni misteri del paradiso, non si curava dei bottoni e delle calze della sua gente.
Domani, come una fata benefica delle leggende, essa avrebbe potuto con una parola trasformare quella rovina in una casa ordinata, ricondurre la pace, la speranza, la volontà nel lavoro e nel bene; prendere essa l’autorità, l’iniziativa, il comando, che viene dalla{{SAL|122|4|Adriana}}
Domani, come una fata benefica delle leggende, essa avrebbe potuto con una parola trasformare quella rovina in una casa ordinata, ricondurre la pace, la speranza, la volontà nel lavoro e nel bene; prendere essa l’autorità, l’iniziativa, il comando, che viene dalla