La fame del Globo/Cap. 14: differenze tra le versioni

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'''Etica dell’informazione, farfalle e micromiceti patogeni.'''
Etica dell’informazione, farfalle e micromiceti patogeni. Al di là della curiosità personale chi, mi chiedo, occupandosi di cose agresti, potrà dimenticare le ardimentose evoluzioni in cui il signor Rabboni si esibì, sul numero di marzo del 2007 della rivista di cui è, formalmente, direttore, Agricoltura, in un articolo dall’eloquente titolo “Energie pulite per l’informazione agraria”? Senza menzionare quali fossero i rei dell’alterazione della verità dell’informazione rurale, l’Assessore si profondeva, riferendo della propria intervista alla devota associazione dei giornalisti campestri della regione, nell’appassionata dimostrazione di quale dovesse essere il tenore di un’informazione che, in sintonia con il verbo dell’Ufficio stampa regionale, pretendesse la qualifica di obiettiva, attendibile, illuminante. Dopo tanto impegnativa premessa affrontava, con collaboratori illustri, il tema della difesa dal mais dalla farfalla importuna e dalla corte di patogeni che le fanno corona.
 
Etica dell’informazione, farfalle e micromiceti patogeni. Al di là della curiosità personale chi, mi chiedo, occupandosi di cose agresti, potrà dimenticare le ardimentose evoluzioni in cui il signor Rabboni si esibì, sul numero di marzo del 2007 della rivista di cui è, formalmente, direttore, Agricoltura, in un articolo dall’eloquente titolo “Energie pulite per l’informazione agraria”? Senza menzionare quali fossero i rei dell’alterazione della verità dell’informazione rurale, l’Assessore si profondeva, riferendo della propria intervista alla devota associazione dei giornalisti campestri della regione, nell’appassionata dimostrazione di quale dovesse essere il tenore di un’informazione che, in sintonia con il verbo dell’Ufficio stampa regionale, pretendesse la qualifica di obiettiva, attendibile, illuminante. Dopo tanto impegnativa premessa affrontava, con collaboratori illustri, il tema della difesa dal mais dalla farfalla importuna e dalla corte di patogeni che le fanno corona.
Chiave logica dell’articolo, l’asserzione, premessa di quanto sarebbe seguito, che “Non esistendo mais immuni” la lotta alla farfalla dovesse essere condotta mediante “i mezzi agronomici tradizionali”. Ma è a tutti noto che mais immuni agli attacchi della piralide sono diffusi in tutto il mondo: essendo, purtroppo, mais b.t. cioè o.g.m., la verità doveva essere cancellata: nello spirito della diffusione di energie pulite per l’agroinformazione era necessario, infatti “al villan non far sapere”. Siccome i villani non sono, generalmente, stupidi avrebbero potuto chiedere, candidamente: ma perché allora, non ce li lasciate coltivare?
 
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'''Le conseguenze nefaste di un’estate torrida.'''
Le conseguenze nefaste di un’estate torrida. Qualunque filosofia della verità, da Machiavelli a Tiberio Rabboni, deve avere la propria coerenza. Propone la prova della ferrea coerenza ai princìpi sanciti dalla Magna Charta delle “energie pulite” l’articolo con cui, sul numero di aprile (2013) della propria prestigiosa rivista, l’assessore Rabboni diffondeva la gioiosa notizia che “il mais colpito dalla siccità servirà a produrre energia” un articolo atteso dal mondo agricolo padano, che nell’estate 2012 ha assistito a un’invasione senza precedenti, favorita dalla siccità, di Pyrausta, che nei mais stremati dall’assenza di acqua si è moltiplicata prodigiosamente inducendo una proliferazione altrettanto incontenibile dei patogeni che si nutrono degli escrementi.
 
Le conseguenze nefaste di un’estate torrida. Qualunque filosofia della verità, da Machiavelli a Tiberio Rabboni, deve avere la propria coerenza. Propone la prova della ferrea coerenza ai princìpi sanciti dalla Magna Charta delle “energie pulite” l’articolo con cui, sul numero di aprile (2013) della propria prestigiosa rivista, l’assessore Rabboni diffondeva la gioiosa notizia che “il mais colpito dalla siccità servirà a produrre energia” un articolo atteso dal mondo agricolo padano, che nell’estate 2012 ha assistito a un’invasione senza precedenti, favorita dalla siccità, di Pyrausta, che nei mais stremati dall’assenza di acqua si è moltiplicata prodigiosamente inducendo una proliferazione altrettanto incontenibile dei patogeni che si nutrono degli escrementi.
 
Chi scrive, potendo contare sull’antica, reciproca stima, dei titolari di uno dei più moderni laboratori per le analisi agrarie operante in Valle Padana, era informato, in novembre, che il 30% dei campioni esaminati nella provincia ove opera il laboratorio doveva considerarsi irreparabilmente contaminato, e per legge destinato all’eliminazione. Un calcolo alquanto semplice dimostrava che se la media di quella provincia fosse stata rappresentativa di quella padana, reputando improbabile che tutto quel mais sarebbe stato distrutto, per “tagliare” il mais italiano inquinato (e abbassarne il contenuto patogeno) sarebbero stati necessari 100 bulkers da 80.000 tonnellate, valore di ogni carico, dopo che gli Stati Uniti hanno triplicato, in quattro anni, il prezzo del mais, 8 milioni di dollari. L’elemento incredibile, autentico arcano della ragione di Stato del signor Rabboni, era che tutto il mais importato dagli Usa sarebbe stato mais o.g.m., che avremmo potuto produrre sui nostri campi non solo evitando i danni della farfalletta e dei suoi commensali, ma producendo una quantità di mais assai più prossima ai bisogni nazionali di quella trebbiata sui campi riarsi.
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'''Coerenza etica e prezzo della menzogna.'''
Coerenza etica e prezzo della menzogna. Raccolto il mais dai campi padani, verificata la quantità che per legge avrebbe dovuto essere distrutta, l’esistenza, nei magazzini di privati e cooperative, di centinaia di migliaia di quintali di mais inquinato è stata inclusa, dalla “cupola” che decide quale sia la verità da propinare alla plebe italica, tra gli arcana del potere di cui nessun cronista avrebbe avuto facoltà di dare notizia. Un perfetto sistema di omertà ha conservato, fino ad aprile, sul contenuto di quei magazzini, il riserbo più inviolabile. Chi scrive ha maturato un’antica esperienza di cosa avvenga al cronista che non rispetti le regole del potere: riceverà da tutti gli interlocutori (quali il gerente della rivista del signor Rabboni) una breve comunicazione che lo informa che qualunque forma di collaborazione, è, da qualche data antecedente (tanto da evitare ogni equivoco), definitivamente interrotta.
 
Coerenza etica e prezzo della menzogna. Raccolto il mais dai campi padani, verificata la quantità che per legge avrebbe dovuto essere distrutta, l’esistenza, nei magazzini di privati e cooperative, di centinaia di migliaia di quintali di mais inquinato è stata inclusa, dalla “cupola” che decide quale sia la verità da propinare alla plebe italica, tra gli arcana del potere di cui nessun cronista avrebbe avuto facoltà di dare notizia. Un perfetto sistema di omertà ha conservato, fino ad aprile, sul contenuto di quei magazzini, il riserbo più inviolabile. Chi scrive ha maturato un’antica esperienza di cosa avvenga al cronista che non rispetti le regole del potere: riceverà da tutti gli interlocutori (quali il gerente della rivista del signor Rabboni) una breve comunicazione che lo informa che qualunque forma di collaborazione, è, da qualche data antecedente (tanto da evitare ogni equivoco), definitivamente interrotta.
 
Si può immaginare quali siano state, in sei mesi, le pressioni dei detentori per una soluzione che consentisse di eliminare giacenze del tutto inopportune e, in qualche misura, illegali, siccome gli esami erano stati eseguiti, ma i risultati “protetti” dal segreto di Stato (o di Regione) E si può immaginare il respiro dei medesimi detentori quando, sfogliando il numero di aprile del mensile del signor Rabboni, hanno letto il titolo consolante verosimilmente distillato dall’Assessore: “Il mais colpito dalla siccità servirà a produrre energia”.