La mandragola/Atto primo/Scena terza: differenze tra le versioni

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</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=75%|data=26 maggio 2008|arg=Teatro}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=[[La mandragola/Atto primo|Atto primo]]<br />Scena terza|prec=../Scena seconda|succ=../../Canzone dopo il primo atto}}
 
==__MATCH__:[[Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli VI.djvu/181]]==
 
della pazzia di costui se ne cava questo bene, che Callimaco ha che sperare. Ma eccolo. Che vai tu apostando, Callimaco?
''Ligurio, Callimaco.''
 
; Ligurio
: Io non credo che sia nel mondo el più sciocco uomo di costui; e quanto la fortuna lo ha favorito! Lui ricco, lei bella donna, savia, costumata, ed atta a governare un regno. E parmi che rare volte si verifichi quel proverbio ne’ matrimoni, che; "Dio fa gli uomini, e’ si appaiono"; perché spesso si vede uno uomo ben qualificato sortire una bestia e, per avverso, una prudente donna avere un pazzo. Ma della pazzia di costui se ne cava questo bene, che Callimaco ha che sperare. Ma eccolo. Che vai tu apostando, Callimaco?
; Callimaco
: Io ti aveva veduto col dottore, ed aspettavo che tu ti spiccassi da lui, per intendere quello avevi fatto.
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: Egli è uno uomo della qualità che tu sai, di poca prudenzia, di meno animo: e partesi mal volentieri da Firenze. Pure, io ce l’ho riscaldato, e mi ha detto infine che farà ogni cosa. E credo che, quando e’ ti piaccia questo partito, che noi ve lo condurreno; ma io non so se noi ci fareno el bisogno nostro.
; Callimaco
: PerchéPerchè?
; Ligurio
: Che so io? Tu sai che a questi bagni va d’ogni qualità gente, e potrebbe venirvi uomo a chi madonna Lucrezia piacessi come a te, che fussi ricco più di te, che avessi piú grazia di te: in modo che si porta pericolo di non durare questa fatica per altri, e che intervenga che la copia de’ concorrenti la faccino piú dura, o che dimesticandosi, la si volga ad un altro e non a te.
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: Tu hai ragione, ed io sono per farlo.
; Callimaco
: Io lo credo, ancora che io sappia ch’e pari tuoi vivino d’uccellare li uomini. Nondimanco, io non credo essere in quel numero, perchéperchè, quando tu el facessi ed io me ne avvedessi, cercherei di valermene, e perderesti ora l’uso della casa mia, e la speranza di avere quello che per lo avvenire t’ho promesso.
; Ligurio
: Non dubitare della fede mia, chéchè, quando e’ non ci fussi l’utile che io sento e che io spero, ci è che ’l tuo sangue si affà col mio, e desidero che tu adempia questo tuo desiderio presso a quanto tu. Ma lasciamo ire questo. El dottore mi ha commesso che io truovi un medico, e intenda a quale bagno sia bene andare. Io voglio che tu faccia a mio modo, e questo è che tu dica di avere studiato in medicina, e che abbi fatto a Parigi qualche sperienzia: lui è per crederlo facilmente per la semplicità sua, e per essere tu litterato e poterli dire qualche cosa in grammatica.
; Callimaco
: A che ci ha a servire cotesto?
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: Che di’ tu?
; Ligurio
: Dico che, se tu arai animo e se tu confiderai in me, io ti do questa cosa fatta, innanzi che sia domani questa otta. E, quando e’ fussi uomo che non è, da ricercare se tu se’ o non se’ medico, la brevità del tempo, la cosa in , farà o che non ne ragionerà o che non sarà a tempo a guastarci el disegno, quando bene e’ ne ragionassi.
; Callimaco
: Tu mi risuciti. Questa è troppa gran promessa, e pascimi di troppa gran speranza. Come farai?
; Ligurio
: Tu el saprai, quando e’ fia tempo; per ora non occorre che io te lo dica, perchéperchè el tempo ci mancherà a fare nonchénonchè dire. Tu, vanne in casa, e quivi m’aspetta, ed io anderò a trovare el dottore, e, se io lo conduco a te, andrai seguitando el mio parlare ed accomodandoti a quello.
; Callimaco
: Cosí farò, ancora che tu mi riempia d’una speranza, che io temo non se ne vadia in fumo.