Per lo spiritismo/XXV: differenze tra le versioni

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Si aggiunga finalmente che nemmeno quest’ipotesi, così larga e così comoda, che bastino certe condizioni neuropatologiche perchè il pensiero, anche incosciente, possa trasformarsi di per sè in quella forma speciale di energia fisica, che è necessaria a produrre la cosa pensata, anche in una forma speciale che non si presenta mai naturalmente e che non si può produrre artificialmente, - nemmeno questa è sufficiente nei casi indicati dall’Aksákow, cioè quando il cervello ammalato non ha il modello da imitare; il desiderio incosciente non può aver la potenza di fotografare un’immagine che non c’è.
 
Io credo quindi che i partigiani della forza psichica dell’incosciente del medio, i successori di {{AutoreCitato|Pietro Pomponazzi|Pomponazzi}}, il pelottone tedesco capitanato dall’Hartmann, e l’americano Guppy, e l’inglese Cox, e l’italiano Lombroso, finiranno per aver torto.
 
6° Dunque il medio ''solo non può'' sempre produrre il fantasma del defunto. Di un defunto invece, che non sia solo, bensì disponga dell’energia vitale di un medio, possiamo, non asserire, ma ammettere che possa produrre il proprio fantasma; perchè, se non possiamo sapere nemmeno come farebbe lui, possiamo almeno supporre che sappia lui come si fa; e il modello non gli può mancare, perchè può trovarlo, se non nel suo corpo etereo, nel suo organismo trascendentale, almeno nella sua memoria. Sappiamo che il defunto solo non può apparire, perchè non ha energia; ma il medio solo non può farlo apparire, perché gli manca sempre l’arte e spesso il modello; mentre nulla c’impedisce di ammettere che l’uno apparisce coll’aiuto dell’altro, come lo zoppo cammina colle gambe del cieco.