Testamento politico di Giuseppe Garibaldi: differenze tra le versioni

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| Nome e cognome dell'autore =Giuseppe Garibaldi
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| Iniziale del titolo = T
| Anno di pubblicazione = 1881
| Lingua originale del testo = italiano
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1°) Ai miei figli, ai miei amici, ed a quanti dividono le mie opinioni, io lego: l’amore mio per la libertà e per il vero; il mio odio per la menzogna e la tirannide. Siccome negli ultimi momenti della creatura umana, il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo e della confusione che sovente vi succede, s’inoltra e mettendo in opera ogni turpe stratagemma, propaga con l’impostura in cui è maestro, che il defunto compi, pentendosi delle sue credenze passate, ai doveri di cattolico.
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2°) In conseguenza io dichiaro, che trovandomi in piena ragione oggi, non voglio accettare in nessun tempo il ministero odioso, disprezzevole e scellerato d’un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell’Italia in particolare. E che solo in istato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi ad un discendente di Torquemada.
 
3°) Dopo la mia morte, raccomando ai miei figli e ai miei amici di bruciare il mio cadavere, e di raccogliere un po’ delle mie ceneri in una bottiglia di cristallo che collocheranno sotto il ginepro favorito, a sinistra della strada che scende dal lavatoio;
 
4°) Io spero di vedere il compimento dell’unificazione italiana, ma se non avessi tanta fortuna raccomando ai miei concittadini di considerare i sedicenti puri repubblicani, col loro esclusivismo, poco migliori dei moderati e dei preti, e come quelli nocivi all’Italia
 
5°) Per pessimo che sia il governo italiano, ove non si presenti l’opportunità di facilmente rovesciarlo, credo meglio attenersi al gran concetto di Dante: fare l’Italia anche col diavolo ‘; ‘ Adattarsi alla propria condizione, cioè: quando si ha dieci, spendere nove: poiché, se avendo dieci si spende venti, la rovina è certa ed in conseguenza bisogna vendersi o suicidarsi. Tale massima è sancita dall’esperienza, e certo ne abbiamo prova in questo nostro infelice Paese dove una metà della Nazione si vende per far da sgherro all’altra
 
6°) Potendolo, e padrona di sé stessa, l’Italia deve proclamarsi repubblicana, ma non affidare la sua sorte a cinquecento dottori, che dopo averla assodata con ciarle, la condurranno a rovina. Invece scegliere il più onesto degli italiani e nominarlo dittatore temporaneo, e con lo stesso potere che avevano i Fabi ed i Cincinnati. Il sistema dittatoriale durerà sinché la nazione italiana sia più educata a libertà, e che la sua esistenza non sia più minacciata dai potenti vicini. Allora la dittatura cederà il posto a regolare governo repubblicano.
 
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{{A destra|Caprera, 2 luglio 1881}}
1°) Essendo assoluta mia volontà di aver il mio cadavere cremato, io lascio le disposizioni seguenti:
 
1°) Essendo assoluta mia volontà di aver il mio cadavere cremato, io lascio le disposizioni seguenti:
2°) Il mio cadavere sarà cremato al punto da me scelto, e marcato con un'asta di ferro portante un ingranaggio alla parte superiore, ove si appoggeranno i piedi del feretro.
 
2°) Il mio cadavere sarà cremato al punto da me scelto, e marcato con un'astaun’asta di ferro portante un ingranaggio alla parte superiore, ove si appoggeranno i piedi del feretro.
3°) La testa del feretro si appoggerà sul muro a tramontana dell'asta. E la testa come i piedi del feretro, saranno assicurati da catenelle di ferro.
 
3°) La testa del feretro si appoggerà sul muro a tramontana dell'astadell’asta. E la testa come i piedi del feretro, saranno assicurati da catenelle di ferro.
 
4°) Il mio cadavere nel feretro, ossia lettino di ferro, avrà il volto scoperto, e vestito con una camicia rossa.
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5°) Al sindaco si parteciperà la mia morte quando il mio cadavere sarà incenerito completamente.
 
) Molta legna per il rogo» (ultime volontà, Caprera, 2 luglio 1881, p. 391).
 
{{A destra|{{AutoreCitato|Giuseppe Garibaldi|{{sc|G. Garibaldi}}}}}}