Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/245: differenze tra le versioni
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{{ZbPensiero|871/1}} Alla p. {{ZbLink|499}}, fine. A quello che ho detto della derivazione di ''favellare'' ec. da ''fabulari'' ec. aggiungete lo spagnuolo ''hablar, habla'' ec., cioè ''fablar'', |
{{ZbPensiero|871/1}} Alla p. {{ZbLink|499}}, fine. A quello che ho detto della derivazione di ''favellare'' ec. da ''fabulari'' ec. aggiungete lo spagnuolo ''hablar, habla'' ec., cioè ''fablar'', <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|872}} ''fabla ''ec. da ''fabula'' ec., secondo il costume spagnuolo di scambiare la ''f'' nell’''h'', come in ''herir'' per ''ferir'', in ''hembra'' per ''fembra'', in ''hazer'' o ''hacer'' per ''facer'', e mille altre parole (30 marzo 1821). |
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{{ZbPensiero|872/1}} L’amor proprio dell’uomo e di qualunque individuo di qualunque specie è un amore di preferenza. Cioè l’individuo amandosi naturalmente quanto può amarsi, si preferisce dunque agli altri, dunque cerca di soverchiarli in quanto può, dunque effettivamente l’individuo odia l’altro individuo; e l’odio degli altri è una conseguenza necessaria ed immediata dell’amore di se stesso |
{{ZbPensiero|872/1}} L’amor proprio dell’uomo e di qualunque individuo di qualunque specie è un amore di preferenza. Cioè l’individuo, amandosi naturalmente quanto può amarsi, si preferisce dunque agli altri, dunque cerca di soverchiarli in quanto può, dunque effettivamente l’individuo odia l’altro individuo; e l’odio degli altri è una conseguenza necessaria ed immediata dell’amore di se stesso; il quale essendo innato, anche l’odio degli altri viene ad essere innato in ogni vivente. Vedi p. {{ZbLink|926}}, capoverso 1. |
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{{ZbPensiero|872/2|noasc}} Dal che segue per primo corollario, che dunque nessun vivente |
{{ZbPensiero|872/2|noasc}} Dal che segue, per primo corollario, che dunque nessun vivente è destinato precisamente alla società, il cui scopo non può essere se non il ben comune degl’individui che la compongono: cosa opposta all’amore esclusivo e di preferenza, che ciascuno inseparabilmente <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|873}} ed essenzialmente porta a se stesso, ed all’odio degli altri, che ne deriva immediatamente, e che distrugge per essenza la società. Cosí che la natura non può nel suo primitivo disegno aver considerata né ordinata altra società nella specie umana, se non simile piú o meno a quella che ha posta in altre {{pt|spe-|specie, }}<section end=3 /> |