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<noinclude>nioni </noinclude>di von Sallet, Waddington e {{AutoreCitato|Mommsen}}, circa l’epoca in cui l’arconte Asandro prese il titolo di re, ed esamina i tipi ed i contrassegni delle sue monete, terminando con uno specchietto cronologico delle medesime.
<noinclude>nioni </noinclude>di von Sallet, Waddington e {{AutoreCitato|Theodor Mommsen|Mommsen}}, circa l’epoca in cui l’arconte Asandro prese il titolo di re, ed esamina i tipi ed i contrassegni delle sue monete, terminando con uno specchietto cronologico delle medesime.


{{Sc|Robert (P.-O.)}} — Monnaies, jetons et médailles des évêques de Metz. — Séguito di un diffuso ed accurato lavoro, che tien calcolo anche delle menome varietà grafiche e di tipo, e che dimostra l’acume e la diligenza del chiaro numismatico di cui si deplora la perdita.
{{Sc|Robert (P.-O.)}} — Monnaies, jetons et médailles des évêques de Metz. — Séguito di un diffuso ed accurato lavoro, che tien calcolo anche delle menome varietà grafiche e di tipo, e che dimostra l’acume e la diligenza del chiaro numismatico di cui si deplora la perdita.
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Dopo questa scoperta di Luschin, non v’ha dubbio che Goffredo non sia stato il primo patriarca che abbia battuto moneta propria. Lo stile, ed il nome quasi impercettibile del patriarca e del suo successore dimostrano, osserva Puschi, che questa monetazione non è il risultato di un privilegio particolare nè d’un diritto concesso dall’imperatore, ma che è sorta spontanea, limitandosi dapprima a copiare le monete altrui.
Dopo questa scoperta di Luschin, non v’ha dubbio che Goffredo non sia stato il primo patriarca che abbia battuto moneta propria. Lo stile, ed il nome quasi impercettibile del patriarca e del suo successore dimostrano, osserva Puschi, che questa monetazione non è il risultato di un privilegio particolare nè d’un diritto concesso dall’imperatore, ma che è sorta spontanea, limitandosi dapprima a copiare le monete altrui.
{{nop}}
{{SAL|139|3|Carlomorino}}