Pagina:Rivista italiana di numismatica 1892.djvu/151: differenze tra le versioni

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Lazzari e lo Spinelli ritennero coniato da Mausone III,
{{AutoreCitato|Vincenzo Lazari|Lazzari}} e lo {{AutoreCitato|Domenico Spinelli|Spinelli}} ritennero coniato da Mansone III, allorché s’impadronì di Salerno.
allorché s'impadronì di Salerno.


Tar. ''II.'' — I Xr. 31 e 35 sono due esemplari sconservati del follaro di Mansone, della Collezione Santangelo (Napoli), pubblicato dal {{AutoreCitato|Carlo Bonucci|Bonucci}} negli ''Annali di numismatica del {{AutoreCitato|Giuseppe Fiorelli|Fiorelli}}.'' I Nr. 33 e 34 sono confusi riconi d’impossibile attribuzione.
Tar. IL — I Xr. 31 e 35 sono dne esemplari sconservati del
follaro di Mansone, della Collezione Santangelo (Napoli),
pubblicato dal Bonucci negli Annnìi di miniisnintica
del Fiorelli. I Nr. 33 e 3-i sono confusi riconì d' im-
possibile attribuzione.


I Nr. 36, 37 e 38 non possono attribuirsi a Drogone. Lo stile di queste monete è assai simile a quello delle capuane del principe Roberto II, di Anfuso, ecc., e credo non andar lungi dal vero nell’assegnarne alcune a Guglielmo, cui il padre, Ruggiero re, dette nel 1144 il principato di Capua. L’Engel lesse infatti su una di queste monete '''GLIE''' e su di un mio esemplare leggesi '''GLIE M.''' Per il Nr. 36, su cui si potrebbe leggere '''PR''' (''inceps'') '''CAP''' (''uae'') ovvero (''Aor'') '''DA • CAP''', si confronti il sigillo edito dall’Engel a tav. II, N. 7, sul quale è riprodotto lo stesso tipo.
I Nr. 36, 37 e 38 non possono attribuirsi a Drogone.
Lo stile di queste monete è assai simile a quello delle
capuane del principe Roberto II, di Anfuso, ecc., e credo
non andar lungi dal vero nell'assegnarne alcune a Gu-
glielmo, cui il padre, Ruggiero re, dette nel 1144 il
principato di Capua. L' Engel lesse infatti su una di
queste monete GLIE e su di un mio esemplare leggesi
GLIE M. Per il Nr. 36, su cui si potrebbe leggere PR
(inceps) CkP (nae) ovvero (./(>>•) D\ • CAP, si confronti il
sigillo edito dall'Engel a tav. II, N. 7, sul quale è ri-
prodotto lo stesso tipo.


II Nr. 39 non è di Roberto Guiscardo. Lo lettere che il Foresio ha creduto vedere sul rovescio non sono che gli ornati di un tempio che egli ha fatto disegnare capovolto. Neppure il Nr. 40; può attribuirsi a Roberto Guiscardo, essendo moneta comunissima che, in esemplari più completi, reca l’epigrafe '''ROGERIVS RX''', da una parte, e '''SCS • STHEPANVS''' dall’altra. L’Engel la pubblica a Nr. 49 (pag. 40); ma anche egli sbagliò, parendogli dall’incompleto '''IANV''', che si vedeva su di uu suo esemplare, poter trarne '''SCS • IANVARIVS'''. I Nr. 41, 43, 44, 45, 46 e 48, attribuiti a Roberto Guiscardo, sono confusi riconi di cui non si può tener conto alcuno Il Nr. 47 è d’incerta attribuzione, ma lo credo del duca Guglielmo. Il Nr. 51 è un tipo sinora sconosciuto. Eccone la descrizione: ''Follaro''. Il Busto del duca a d. R/ '''ROGE — RIVS — DVX'''.
II Nr. 39 non è di Roberto Guiscardo. Lo lettere che
il Foresio ha creduto vedere sul rovescio non sono che
gli ornati di un tempio che egli lia fatto disegnare
capovolto. Neppure il Nr. 40; può attriljuirsi a Ru-
berto Guiscardo, essendo moneta coinunissima clie, in
esemplari più completi, reca l'epigrafe ROGERIVS RX, da
una parte, e SCS • STHEPANVS dall'altra. L' Engel la
pubblica a Nr. 4'.l pag. 40i; ma anche egli sbagliò, pa-
rendogli dall'incompleto I4NV, elie si vedeva su di uu
suo esemplare, poter trarne SCS ■ lANVARIVS- I Nr. 41,
43, 44, 45, 46 e 48, attribuiti a Roberto Guiscardo, sono
confusi riconì di cui non si può tener conto alcuno
Il Nr. 47 è d' incerta attribuzione, ma lo credo del
duca Guglielmo. Il Nr. 51 è un tipo sinora sconosciuto.
Eccone la descrizione: Fvllaro. If Busto del duca a d,
ht ROGE — RIVS — DVX.


Tav. IH. — I Nr. 63, 64 e 65 sono riconì di follar! di Ruggiero
Tav. ''III.'' — I Nr. 63, 64 e 65 sono riconi di follar! di Ruggiero su monete anonimo religiose di Costantinopoli. Il Nr. 69
su monete anonimo religiose di Costantinopoli. Il Nr. 6',)