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'''Can. B. Lagumina''', ''Studi sulla numismatica arabo-normanna di Sicilia.'' Palermo, 1891.
'''Can. B. Lagumina''', ''Studi sulla numismatica arabo-normanna di Sicilia.'' Palermo, 1891.


È già parecchio tempo che si va dimostrando che l’opera dello Spinelli, ''Monde cufiche battute da principi longobardi, normanni e svevi nel regno delle due Sicilie'' è in gran parte erronea; ma niuno sinora si è occupato di proposito di correggerne le dubbie o false interpretazioni, e, solo l’Amari, nella sua ''Storia de’ Musulmani di Sicilia'', ne aveva, qua e là, fatto qualche appunto più o meno vago. Il Can. B. Lagumina, consigliato già dallo stesso Amari, si accinse con molto interesse a questa difficile impresa e pubblicava testò un primo ed interessante saggio dei suoi studi.
È già parecchio tempo che si va dimostrando che l'opera
dello Spinelli , Monde cufiche battute da principi longobardi, normanni e svevi nel regno riflle cine Sicilie è in gran parte erronea ; ma niuno sinora si è occupato di pro-
posito di correggerne le dubbie o false interpretazioni, e,
solo TAmari, nella sua Stnria rie' .\[ìisnjn>ani (fi Sicilia, ne
aveva, qua e là, fatto qvialche appunto più o meno vago.
Il Can. B. Lagumina, consigliato già dallo stesso Amari,
si accinse con molto interesse a questa difficile impresa
e pubblicava testò un primo ed interessante saggio dei
suoi studi.


Importante è la scoperta del tareno di Roberto Guiscardo. L’autore addimostra del Guiscardo una monetina che siuora venne attribuita dal {{AutoreCitato|Vincenzo Mortillaro|Mortillaro}} e dallo Spinelli a Ruggiero re. È coniata nel 464 dell’Egira. che corse dal 29 sett. 1071 al 16 sett. 1072 dell’E. V., l’anno cioè in cui, secondo i documenti pubblicati dall’Amari, Palermo si rese ai due fratelli Roberto e Ruggiero. Il Lagumina ha letto sul rovescio di questa moneta: Per comando — di Roberto duca — Illustrissimo Re — di Sicilia, ed argomenta che Roberto, nell’ebbrezza dell’importante vittoria, avesse assunto il titolo di Re, che lì per li avrà dovuto smettere per efficaci rimostranze del Pontefice. Dubito però che tale interpretazione sia perfettamente esatta, perchè non posso ammettere che il Guiscardo abbia assunto il titolo di re e specialmente nel modo e nello condizioni suggerite dal Lagumina. Parrai anzi, elio quanto sappiamo del Guiscardo ne conduca ad escludere assolutamente questo titolo regio.
Importante è la scoperta del tareno di Roberto Gui-
scardo. L' autore addimostra del Guiscardo una monetina
che siuora venne attribuita dal {{AutoreCitato|Vincenzo Mortillaro|Mortillaro}} e dallo Spinelli
a Ruggiero re. È coniata nel 464 doU'P^erira. che corse dal


Interessantissima è la preziosa indicazione a Rnituto in Amalfi n che il Lagiunina ebbe la fortuna di leo-ojere su di un rìd)à di Guglielmo IL L’autore, basandosi su questo tareno amalfitano da lui scoverto e sulla speciale determinazione di alcuni tari amalfitani menzionati in un documento del 1112 deirArchivio Cavense: in quibus cru.e effortvnta jìaren.t, stabili i due tipi seguenti per la Zecca Amalfitana.
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29 sett. 1071 al IG sett. 1072 dell' K. Y., Tanno cioè in cui,
secondo i documenti pubblicati dall'Amari, Palermo si rese
ai due fratelli Roberto e Ruggier(ì. Il Lagumina ha letto
sul rovescio di questa moneta : Per coniando — di Roheeto
duca — Ilìns/rissirno Re — di Sicilia , ed argomenta che
Roberto, nell'ebbrezza dell'importante vittoria, avesse as-
sunto il titolo di Re , che lì jìer li avrà dovuto smettere
per efficaci rimostranze del Pontefice. Dubito però che tale
interpretazione sia perfettamente esatta, percliè non posso
ammettere che il Guiscardo abbia assunto il titolo di re e
specialmente nel modo e nello condizioni suggerite dal
Lagumina. Parrai anzi, elio quanto sappiamo del (Tuiscardo
ne conduca ad escludere assolutamente questo titolo regio.
Interessantissima è la preziosa indicazione a Rnituto
in Amalfi n che il Lagiunina ebbe la fortuna di leo-ojere
su di un rìd)à di Guglielmo IL L' autore , basandosi su
questo tareno amalfitano da lui scoverto e sulla speciale
determinazione di alcuni tari amalfitani menzionati in un
documento del 1112 deirArchivio Cavense: in quibus cru.e
effortvnta jìaren.t, stabili i due tipi seguenti per la Zecca
Amalfitana.