Pagina:Delle cinque piaghe della Santa Chiesa (Rosmini).djvu/30: differenze tra le versioni

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39. Ma se piccoli libri e piccoli maestri vanno del pari; di questi due elementi potrà egli formarsene una grande scuola, potrà aversene un metodo dignitoso d’insegnamento? No; e la difettosità di metodo è la quarta ed ultima cagione di questa piaga della Chiesa di cui parliamo, cioè dell’insufficiente educazione del Clero ne’ tempi nostri.
39. Ma se piccoli libri e piccoli maestri vanno del pari; di questi due elementi potrà egli formarsene una grande scuola, potrà aversene un metodo dignitoso d’insegnamento? No; e la difettosità di metodo è la quarta ed ultima cagione di questa piaga della Chiesa di cui parliamo, cioè dell’insufficiente educazione del Clero ne’ tempi nostri.


Dicemmo, i costumi del Clero esser periti nella Chiesa in quel tempo che si divise nelle scuole la formazione del cuore da quella della mente<ref>«Oserò io, dice il Fleury parlando de’ giovani studiosi nel secolo {{Sc|xii}} e {{Sc|xiii}}, di farvi considerare i costumi de’ nostri studenti quali li ho descritti nella storia, sopra la testimonianza degli Autori contemporanei? Voi vedeste, ch’erano ogni giorno alle mani, e tra loro, e co’ Borghesi; che i loro primi privilegî consistevano in interdire a’ giudici secolari il giudicare i loro delitti; che fosse il Papa obbligato di concedere all’Abate di San Vittore la facoltà di assolverli dalla scomunica proferita da’ Canoni contra coloro che percuotono i Chierici: che i loro contrasti cominciavano per ordinario all’osteria pel vino e pel tripudio; e passavano fino alle uccisioni, e alle estreme violenze. Insomma voi vedete l’orrendo ritratto che ne fa Jacopo di Vitri testimonio di veduta. Tuttavia erano cherici tutti questi studenti, e destinati a servire o governare le Chiese.» Discorso {{Sc|v}} sulla Storia Eccl. §. {{Sc|x}}.</ref>. Più tardi si pensò a rimediare alla trabocchevole scostumatezza, naturale effetto di quella divisione; ed ora ne’ ben regolati nostri Seminarî si è introdotta la bontà, o almeno la regolarità de’ costumi; ma non si prese però di vista la radice del male, non si pensò a riparare a quella separazione funesta della teoria dalla pratica, non si tolse a formar de’ maestri altrettanti padri; e «ad esser padre, dicea il [[:w:Giovanni Crisostomo|Grisostomo]], non basta aver governato, ma conviene aver altresì educato bellamente il giovanetto<ref>Ου' τo ςπείραι ποιεί πατερα μονον, αλλα και το παιδεύςαι καλως. Hom. {{Sc|xii}}.</ref>.» Tutto ciò che si fece, si fu l’aver posto degli aiuti e de’ sostegni per così dire di fianco, a sostenere i cadenti costumi; ma ciò sicuramente non basta alla Chiesa: è necessario che i buoni costumi degli ecclesiastici trovino la loro radice e succhino il loro alimento dalla stessa solidità e pienezza della dottrina di
Dicemmo, i costumi del Clero esser periti nella Chiesa in quel tempo che si divise nelle scuole la formazione del cuore da quella della mente<ref>«Oserò io, dice il Fleury parlando de’ giovani studiosi nel secolo {{Sc|xii}} e {{Sc|xiii}}, di farvi considerare i costumi de’ nostri studenti quali li ho descritti nella storia, sopra la testimonianza degli Autori contemporanei? Voi vedeste, ch’erano ogni giorno alle mani, e tra loro, e co’ Borghesi; che i loro primi privilegî consistevano in interdire a’ giudici secolari il giudicare i loro delitti; che fosse il Papa obbligato di concedere all’Abate di San Vittore la facoltà di assolverli dalla scomunica proferita da’ Canoni contra coloro che percuotono i Chierici: che i loro contrasti cominciavano per ordinario all’osteria pel vino e pel tripudio; e passavano fino alle uccisioni, e alle estreme violenze. Insomma voi vedete l’orrendo ritratto che ne fa Jacopo di Vitri testimonio di veduta. Tuttavia erano cherici tutti questi studenti, e destinati a servire o governare le Chiese.» Discorso {{Sc|v}} sulla Storia Eccl. §. {{Sc|x}}.</ref>. Più tardi si pensò a rimediare alla trabocchevole scostumatezza, naturale effetto di quella divisione; ed ora ne’ ben regolati nostri Seminarî si è introdotta la bontà, o almeno la regolarità de’ costumi; ma non si prese però di vista la radice del male, non si pensò a riparare a quella separazione funesta della teoria dalla pratica, non si tolse a formar de’ maestri altrettanti padri; e «ad esser padre, dicea il {{AutoreCitato|Giovanni Crisostomo|Grisostomo}}, non basta aver governato, ma conviene aver altresì educato bellamente il giovanetto<ref>Ου' τo ςπείραι ποιεί πατερα μονον, αλλα και το παιδεύςαι καλως. Hom. {{Sc|xii}}.</ref>.» Tutto ciò che si fece, si fu l’aver posto degli aiuti e de’ sostegni per così dire di fianco, a sostenere i cadenti costumi; ma ciò sicuramente non basta alla Chiesa: è necessario che i buoni costumi degli ecclesiastici trovino la loro radice e succhino il loro alimento dalla stessa solidità e pienezza della dottrina di