Teatro Historico di Velletri/Antichi Frammenti ritrovati in Velletri: differenze tra le versioni

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Le caggioni per le quali si movevano quelli stolti à sacrificare carne humana, erano li flagelli di Peste, ch'oltre alle Guerre tormentavano le Città, ò le Nationi, cosi afferma Sesto Pompeo, Eusebio, et altri. Et il Sacrificio, ò Vittima esser doveva di Giovenetti principali, e trà figli, de' più cari, et amati, cosi riferisce Orosio, dicendo, ''Sed cum inter cætera mala etiam Peste laborarent, homicidiis pro remediis usi sunt, quippè homines, ut victimas imolabant, ætatemque impuberem, quæ etiam hostium misericordiam provocaret, aris admonebant''. Et Eusebio dice, ''Phœnices bellorum, aut pestilentiæ calamitatibus, amicissimos Saturno solebant imolare''. E se creder vogliamo al Vergilij, il Capo, et il Principe della Città, e della Natione offeriva, e sacrificava con le sue mani il più caro, et amato figlio, tanto scrive per parere di Filone Istorico, ''Priscis morem fuisse tradit, ut in magnis periculis Princeps dilectissimum ex liberis ulciscenti Dæmoni, quasi redemptionis præmium traderet, et sic traditum iugularet''.
Narra Sesto Pompeo, che Metio Prencipe de' Sanniti disse, d'haver veduto Apolline, che comandava, se le sue Genti volevano liberarsi dalla Peste, che dovessero fargli Sacrificij humani; e perche non intesero bene il detto del falso Nume, ch'era, ''Vt Ver Sacrum voverent'', cioè, ''quæqunquè Vere proximo nata essent''; benche facessero il voto, et osservassero la promessa, in capo dell'Anno ritornò la Peste, e fatto di nuovo ricorso al bugiardo Apolline, rispose, che ciò gl'era avvenuto, perche non havevano sacrificate Vittime humane, ''Rursus itaquè consultus Apollo, respondit non esse persolutum ab iis votum, quod homines imolati non essent''. Gerolamo Colonna saggiamente nota, che nel nostro Latio habbia havuto principio questa crudeltà, dicendo, ''Traditum quidem est immania huiusmodi in Latio sacra ex Dodonæi Apollinis responso reddito, initium habuisse'', e lo deduce da Ennio in quel verso,
<poem>''Ille suos Deiis mos sacrificare puellos''.</poem>
E nel Consolato <small>LXII</small>. essendo Consoli Marco Manilio, e Quinto Solpitio, per la medesima caggione di Peste si fece voto in Roma di fare un Tempio ad Apolline,
 
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