Pagina:Rivista italiana di numismatica 1890.djvu/485: differenze tra le versioni

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<span style="font-family:sans-serif;">'''MVS'''</span><ref>Il titolo di {{Sc|rex}}, procedente al nome di Guglielmo, si rincontra nel {{Sc|{{AutoreCitato|Salvatore Fusco|Fusco}}}}, Tav''. di Mon. del Reame, ecc''. Tav. IX, n. 6, 7 e 12, e nell'{{Sc|Engel}} ''Op. c.'', Tav. VIII, n. 5, 6, 19.</ref> ohe i fatti ci assicurano non poter essere che Guglielmo I.
<span style="font-family:sans-serif;">'''MVS'''</span><ref>Il titolo di {{Sc|rex}}, procedente al nome di Guglielmo, si rincontra nel {{Sc|{{AutoreCitato|Salvatore Fusco|Fusco}}}}, Tav''. di Mon. del Reame, ecc''. Tav. IX, n. 6, 7 e 12, e nell'{{Sc|Engel}} ''Op. c.'', Tav. VIII, n. 5, 6, 19.</ref> che i fatti ci assicurano non poter essere che Guglielmo I.


Questi fatti vennero messi in luce dal ch. {{AutoreCitato|Bartolommeo Capasso|Capasso}} con la scorta d’inediti documenti dell’Archivio Vaticano<ref>''Il Pactum giurato da Sergio''. (''Arch. Stor. per le Prov. Napol''., Tom. IX, pag. 714).</ref>, e svelano una pagina ignorata dalla storia napoletana. Quando nel 1156 signori e città congiurarono e sollevaronsi contro Guglielmo I, Napoli si divise, i magnati parteggiarono per lui, e i così detti ''Mediani'' o borghesi aderirono ai suoi nemici, sperando in quel subuglio pareggiarsi agli emuli loro, e sopraffarli. Ma poiché il re vinse e punì crudelmente i ribelli, i magnati, a premio della fedeltà, ottennero conferma dei loro dritti di supremazia<ref>''Precepit eciam ut carta quas mediani rumpere fecerunt.,. res tauraretur ut a vetere tempore fuerunt''. (''Ivi'', pag. 715).</ref>. E, ancorché il documento noi dica, è lecito congetturare, che Guglielmo riconcedesse anche alla città il privilegio della zecca, donde a memoria dell’ossequio, venne fuori la moneta che improntò insieme il nome del re e l’insegna che i Seggi nobiliari aveano assunta<ref>La distinzione dei ''Seggi'', ai qnali i nobili erano ascritti, detti anche ''Sedili, Tocchi, Piazze'', secondo i documenti noti sin’ora e sicuri, non apparisce in epoca anteriore al regno di Ruggero II. V. {{AutoreCitato|Bartolommeo Capasso|Capasso}}, ''Op. c.'', pag. 721.</ref>.
Questi fatti vennero messi in luce dal ch. {{AutoreCitato|Bartolommeo Capasso|Capasso}} con la scorta d’inediti documenti dell’Archivio Vaticano<ref>''Il Pactum giurato da Sergio''. (''Arch. Stor. per le Prov. Napol''., Tom. IX, pag. 714).</ref>, e svelano una pagina ignorata dalla storia napoletana. Quando nel 1156 signori e città congiurarono e sollevaronsi contro Guglielmo I, Napoli si divise, i magnati parteggiarono per lui, e i così detti ''Mediani'' o borghesi aderirono ai suoi nemici, sperando in quel subuglio pareggiarsi agli emuli loro, e sopraffarli. Ma poiché il re vinse e punì crudelmente i ribelli, i magnati, a premio della fedeltà, ottennero conferma dei loro dritti di supremazia<ref>''Precepit eciam ut carta quas mediani rumpere fecerunt.,. res tauraretur ut a vetere tempore fuerunt''. (''Ivi'', pag. 715).</ref>. E, ancorché il documento noi dica, è lecito congetturare, che Guglielmo riconcedesse anche alla città il privilegio della zecca, donde a memoria dell’ossequio, venne fuori la moneta che improntò insieme il nome del re e l’insegna che i Seggi nobiliari aveano assunta<ref>La distinzione dei ''Seggi'', ai qnali i nobili erano ascritti, detti anche ''Sedili, Tocchi, Piazze'', secondo i documenti noti sin’ora e sicuri, non apparisce in epoca anteriore al regno di Ruggero II. V. {{AutoreCitato|Bartolommeo Capasso|Capasso}}, ''Op. c.'', pag. 721.</ref>.