Teatro Historico di Velletri/Tempij Antichi in Velletri: differenze tra le versioni

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Vi era anco il Tempio del Dio Sango, che come registra Livio, toccato fù dal fulmine assieme col Tempio d'Apolline, tanto narra nel riferire li prodigij di quell'Anno, ''Et Veliterni Apollinis, et Sangi Aedes''. Chi fosse questo Sango sono diversi li pareri de' Scrittori. Sesto Pompeo vuole, che sia l'istesso che Hercole, dicendo, ''Gratia Herculi, aut Sanco, qui scilicet idem est Deus''. Il Baronio è di pensiero, che sia il medesimo che Giove, come dimostra ne' suoi Annali, trattando di Simon Mago. L'Angelotti<ref>Pompeo Angelotti (1624-1667), cardinale ed autore di una ''Descrittione de la Città di Rieti'', pubblicata nel 1635, al cui Capitolo VII si rifà il Teoli.</ref> pensa, che Sango sia Sabo figlio di Saturno, chiamato ancora Hercole da' Greci, e da Catone, ''Sangus'', e ''Sangnus'', in lingua Etrusca, e Sabina è l'istesso, che ''Sanctus'' in lingua Latina, e che ''Saga'' in lingua Aramea, ch'altro non significa, che Sacerdote, e sacrificante, dice Sesto Pompeo. Viene autenticata questa oppinione da Catone, il quale parlando dell'origine de' Sabini, dice, ''Sabini à Sabo conditi Sabatio Sangni Gentili edito''. Qual Sabo communemente da tutti s'afferma Figliolo di Saturno. Più espressamente Sigismondo Gelenio<ref>Sigismund Gelenius (1498 - ?), fu un umanista ceco, traduttore dal greco delle opere di Dionigi di Alicarnasso, Giuseppe Flavio, Origene ed altri autori. L'opera a cui fa riferimento il Teoli è una traduzione annotata delle opere di Tito Livio.</ref> sopra il citato passo di Livio in vece di ''Apollinis, et Sangi Aedes'', dice ''Apollinis, et Saturni''. Et il Nardi Fiorentino<ref>Iacopo Nardi (1476 - 1563), storico fiorentino seguace di Savonarola, l'opera a cui si riferisce il Teoli è la sua traduzione dal latino delle ''Storie'' di Tito Livio.</ref> conferma l'istesso; che dove il Testo Latino dice ''Sangi Aedes'', registra, ''Il Tempio di Saturno'', à cui li Velletrani alzarono questo Tempio per li beneficij da quello ricevuti, overo per essere stato Fondatore della Città, come di sopra s'è detto.
 
Vi stava ancora il Tempio d'Hercole, nel quale, essendo Consoli Lucio Cornelio Lentulo, e Publio Giulio Appulo, vi nacquero de'
Capelli humani, ''Et in Herculis Aede Capillum enatum'', registra Livio.
 
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