Pagina:Rivista italiana di numismatica 1890.djvu/108: differenze tra le versioni
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Infatti, la rispondenza che vi è fra la testa di Massimiliano sul disegno di Venezia e sul quadro di Vienna non potrebb’essere più completa. Tanto nell’uno che nell’altro, noi vediamo lo stesso atteggiamento della testa, coperta egualmente di un berretto e rivolta di profilo verso la stessa parte; vediamo la lunga capigliatura divisa allo stesso modo in due masse, di cui l’una si piega innanzi, mentre l’altra, la maggiore, ricade sulle spalle. A paragone di queste rispondenze, diventano insignificanti ed affatto trascurabili le differenze nel vestito del principe, e poco importa che nel quadro egli abbia l’ordine del Toson d’oro, e nel disegno non lo abbia. La stretta parentela che v’è fra loro è innegabile; di fronte agli altri ritratti dell’imperatore contemporanei, i quali appartengono quasi tutti alla scuola tedesca, essi si contrappongono recisamente, come portato di una stessa concezione ed emanazione di uno stesso sentimento artistico. |
Infatti, la rispondenza che vi è fra la testa di Massimiliano sul disegno di Venezia e sul quadro di Vienna non potrebb’essere più completa. Tanto nell’uno che nell’altro, noi vediamo lo stesso atteggiamento della testa, coperta egualmente di un berretto e rivolta di profilo verso la stessa parte; vediamo la lunga capigliatura divisa allo stesso modo in due masse, di cui l’una si piega innanzi, mentre l’altra, la maggiore, ricade sulle spalle. A paragone di queste rispondenze, diventano insignificanti ed affatto trascurabili le differenze nel vestito del principe, e poco importa che nel quadro egli abbia l’ordine del Toson d’oro, e nel disegno non lo abbia. La stretta parentela che v’è fra loro è innegabile; di fronte agli altri ritratti dell’imperatore contemporanei, i quali appartengono quasi tutti alla scuola tedesca, essi si contrappongono recisamente, come portato di una stessa concezione ed emanazione di uno stesso sentimento artistico. |
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Che Ambrogio de Predis, il quale |
Che Ambrogio de Predis, il quale eseguì molti lavori per la Corte milanese, e di cui Lermolieff ci enumera i ritratti di Gian Galeazzo Maria Sforza,{{SAL|108|3|Carlomorino}} |