Teatro Historico di Velletri/Libro I/Capitolo VIII: differenze tra le versioni

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Piglia vigore la mia raggione, perche egli promette ad Ottaviano di scrivere la sua Prosapia, nulla di meno mai fa mentione d'Ottavio Padre, nè della Fameglia. Io non sò che modo di narrare gl'altrui principij sia questo, mentre si tace la stirpe, et il padre; e pure come s'è detto di sopra era fameglia antichissima, e nobilissima. Ecco l'errore caggionato dall'adulatione, che per farlo discendente dalla fameglia Giulia, tace l'Ottavia, e non osserva punto di quello, che all'Imperatore Ottaviano promette. Non doverà per tanto maravigliarse chi legge, se Corvino non scrive ch'Augusto sia nato in Velletri, perche havendo egli lasciato sotto silentio la stirpe, et il padre, per continuare li suoi falli, doveva tacere ancora la Patria.
 
Anco Vergilio lascia nell'Opere sue di registrare Velletri, cosa in vero da far maravigliare ogni prudente: Perche Vergilio fù al tempo d'Augusto, l'hebbe per Mecenate patrocinante del suo Poema, e tace la Patria. Cadde egli ancora nell'istesso precipitio di Corvino, e gionse tant'oltre dell'adulatione, che pigliò ardimento di chiamarlo Dio, cosi scrisse nella sua Buccolica, dicendo
 
<poem>''O Meliobœ, Deus nobis hæc otia fecit;''
''Namquè erit ille mihi semper Deus, illius Aram''
''Sapè tener nostris ab ovilibus imbuet agnus''</poem>