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Il padre {{AutoreCitato|Ireneo Affò}}, autore di estese ed erudite monografie sulle zecche minori aperte ed esercitate dai discendenti dell’illustre famiglia Gonzaga<ref>In {{Sc|Zanetti}} ''Nuova raccolta, etc'', Bologna 1783, tomo III, pag. 111.</ref>, si è distintamente occupato delle monete di Sabbioneta pubblicandone buon numero col nome di Vespasiano Gonzaga cui appartenne quella terra dal 1541 al 1591.
Il padre {{AutoreCitato|Ireneo Affò|Ireneo Affò}}, autore di estese ed erudite monografie sulle zecche minori aperte ed esercitate dai discendenti dell’illustre famiglia Gonzaga<ref>In {{Sc|Zanetti}} ''Nuova raccolta, etc'', Bologna 1783, tomo III, pag. 111.</ref>, si è distintamente occupato delle monete di Sabbioneta pubblicandone buon numero col nome di Vespasiano Gonzaga cui appartenne quella terra dal 1541 al 1591.


Vespasiano Gonzaga, nato nel 1531 in Fondi nella terra di Lavoro, feudo della famiglia Colonna alla quale apparteneva la di lui madre Isabella, era figlio di Luigi Gonzaga detto ''Rodomonte''. Fu uomo abilissimo, e come soldato e come politico, e si annovera a ragione fra le personalità più distinte del suo tempo, come anche fra le insigni dell’avita sua stirpe. A fama si elevata una sola macchia non avrebbe voluto apporre la storia, ed è quella dell’uccisione della prima sua consorte Diana di Gardena nobilissima dama siciliana, che Vespasiano credette inclinata a troppo facili amoreggiamenti<ref>{{Sc|Racheli}} ''Memorie storiche di Sabbioneta'', Casalmaggiore 1819, Libro IV, pag. 573,</ref>.
Vespasiano Gonzaga, nato nel 1531 in Fondi nella terra di Lavoro, feudo della famiglia Colonna alla quale apparteneva la di lui madre Isabella, era figlio di Luigi Gonzaga detto ''Rodomonte''. Fu uomo abilissimo, e come soldato e come politico, e si annovera a ragione fra le personalità più distinte del suo tempo, come anche fra le insigni dell’avita sua stirpe. A fama si elevata una sola macchia non avrebbe voluto apporre la storia, ed è quella dell’uccisione della prima sua consorte Diana di Gardena nobilissima dama siciliana, che Vespasiano credette inclinata a troppo facili amoreggiamenti<ref>{{Sc|Racheli}} ''Memorie storiche di Sabbioneta'', Casalmaggiore 1819, Libro IV, pag. 573,</ref>.
{{SAL|513|3|Carlomorino}}