Pagina:Gita sulla strada di ferro da Parigi a San Germano.djvu/5: differenze tra le versioni

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<noinclude>lenita</noinclude> la miglior parte dell’aria respirabile. Una specie di lento soffocamento ci si apprese ai polmoni: ansavamo per respirare e non inspiravamo che un mefitico tanfo: un languore quasi mortale ne assiderava le membra: il soffio della vita andava come spegnendosi. Se quel martirio durava ancora un tre minuti secondi saremmo usciti di là tutti asfissiati: ma alla perfine, al ritornare di un fil di luce, ritornò l’aria atta alla vita. Ci guardammo tutti in viso ed eravamo tutti del colore degli affogati. Un ''mon Dieu, nous sommes sauvés!'' usci dalle labbra di ognuno, e quell’accento ripetuto con poche varianti da mille e ottanta bocche produsse un rumore confuso come quello di un convoglio di feriti che cercano aita.
<noinclude>lenita </noinclude>la miglior parte dell’aria respirabile. Una specie di lento soffocamento ci si apprese ai polmoni: ansavamo per respirare e non inspiravamo che un mefitico tanfo: un languore quasi mortale ne assiderava le membra: il soffio della vita andava come spegnendosi. Se quel martirio durava ancora un tre minuti secondi saremmo usciti di là tutti asfissiati: ma alla perfine, al ritornare di un fil di luce, ritornò l’aria atta alla vita. Ci guardammo tutti in viso ed eravamo tutti del colore degli affogati. Un ''mon Dieu, nous sommes sauvés!'' usci dalle labbra di ognuno, e quell’accento ripetuto con poche varianti da mille e ottanta bocche produsse un rumore confuso come quello di un convoglio di feriti che cercano aita.


Questo primo accidente del viaggio mi pose alquanto di mal umore: se per andar presto, io dissi fra me e me, si deve affogare, è meglio l’andare da tartarughe a mani e piedi. Ma quel mio malcontento fu tosto dissipato dall’assicurazione datami da un mio compagno di viaggio, che era quello l’unico momento di mal essere di tutto il viaggio, giacchè non avremmo più trovato gallerie così lunghe e sì mal fatte. Né mancò quel mio consolatore di porgermi la notizia, che a questo inconveniente sarebbesi posto rimedio coll’aprire de’ sfori di ventilazione, i quali a modo di sfiatatoi avrebbero immessa l’aria esteriore in quella specie di bolgia infernale.
Questo primo accidente del viaggio mi pose alquanto di mal umore: se per andar presto, io dissi fra me e me, si deve affogare, è meglio l’andare da tartarughe a mani e piedi. Ma quel mio malcontento fu tosto dissipato dall’assicurazione datami da un mio compagno di viaggio, che era quello l’unico momento di mal essere di tutto il viaggio, giacchè non avremmo più trovato gallerie così lunghe e sì mal fatte. Né mancò quel mio consolatore di porgermi la notizia, che a questo inconveniente sarebbesi posto rimedio coll’aprire de’ sfori di ventilazione, i quali a modo di sfiatatoi avrebbero immessa l’aria esteriore in quella specie di bolgia infernale.