Pagina:Le confessioni di un ottuagenario II.djvu/210: differenze tra le versioni
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- Felice notte, Aglaura: parleremo domani. Oggi siete maldisposta. — |
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Infatti mi ritrassi nella mia stanzuccia dietro della sua, e mi coricai pensando alla Pisana, alle strettezze che dovevano angustiarla, ai pericoli della sua solitudine. Sopratutto quel rappaciamento colla Rosa e le visite della Doretta mi davano ombra: Raimondo veniva poi; giacché capiva che egli era il grosso caprone, che sarebbe passato pei buchi fatti dalle pecore. Aggiustai fin d’allora di mio capo un certo letterone da scriverle il giorno dopo, e dal pensiero della Pisana passai a quello dell’Aglaura, che se stringeva meno s’oscurava anche di più. Chi potea vedere un barlume di chiaro in quel turbine di testolina? — Io no per certo. — Da Padova a Milano ella m’avea menato sempre di sorpresa in sorpresa; pareva non già una fanciulla occupata a vivere, ma un romanziero francese inteso a comporre |
Infatti mi ritrassi nella mia stanzuccia dietro della sua, e mi coricai pensando alla Pisana, alle strettezze che dovevano angustiarla, ai pericoli della sua solitudine. Sopratutto quel rappaciamento colla Rosa e le visite della Doretta mi davano ombra: Raimondo veniva poi; giacché capiva che egli era il grosso caprone, che sarebbe passato pei buchi fatti dalle pecore. Aggiustai fin d’allora di mio capo un certo letterone da scriverle il giorno dopo, e dal pensiero della Pisana passai a quello dell’Aglaura, che se stringeva meno s’oscurava anche di più. Chi potea vedere un barlume di chiaro in quel turbine di testolina? — Io no per certo. — Da Padova a Milano ella m’avea menato sempre di sorpresa in sorpresa; pareva non già una fanciulla occupata a vivere, ma un romanziero francese inteso a comporre{{SAL|210|3|Aleph0}} |