Pagina:Piccolo Mondo Antico (Fogazzaro).djvu/89: differenze tra le versioni

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{{Centrato|'''La lettera del Carlin'''}}


Franco discese il monte adagio adagio, tutto chiuso nel suo mondo interiore così pieno di cose, di pensieri, di sentimenti nuovi, fermandosi ogni tratto a guardar la strada biancastra e i campicelli scuri, a toccar le foglie d’una vite o i sassi d’un muricciuolo per sentire la realtà del mondo esterno, persuadersi che non sognava. Solamente a Casarico, nella contrada dei Mal’ari, davanti alla porticina della villetta Gilardoni, si ricordò delle parole oscure di mamma Teresa circa la confidenza fattale dal Gilardoni e si domandò quale potesse mai essere l’arcano che non conveniva rivelare a Luisa. A dir il vero questo consiglio della mamma non gli era piaciuto interamente. «Come mai», pensò bussando all’uscio, «nasconderei qualche cosa a mia moglie?»
Franco discese il monte adagio adagio, tutto chiuso nel suo mondo interiore così pieno di cose, di pensieri, di sentimenti nuovi, fermandosi ogni tratto a guardar la strada biancastra e i campicelli scuri, a toccar le foglie d’una vite o i sassi d’un muricciuolo per sentire la realtà del mondo esterno, persuadersi che non sognava. Solamente a Casarico, nella contrada dei Mal’ari, davanti alla porticina della villetta Gilardoni, si ricordò delle parole oscure di mamma Teresa circa la confidenza fattale dal Gilardoni e si domandò quale potesse mai essere l’arcano che non conveniva rivelare a Luisa. A dir il vero questo consiglio della mamma non gli era piaciuto interamente. «Come mai» pensò bussando all’uscio «nasconderei qualche cosa a mia moglie?»<span class="SAL">89,3,Redqueen</span>