Sonetti romaneschi (1998)/Lo Spaggnolo

Lo Spaggnolo

Sonetti romaneschi/San Cristofeno II Sonetti romaneschi/Un'erliquiona IncludiIntestazione 3 maggio 2010 75% Sonetti

San Cristofeno II Un'erliquiona

 
     A un Spaggnolo, che1 ttutto ar zu’ paese
era uguale c’a Rroma, o assai ppiú bbello,
gujje, colonne, culiseo, castello,
palazzi, antichità, ffuntane e cchiese,
              5
     io vorze2 fajje3 un giorno un trucchio4 bbello
pe pprovà dde levajje ste pretese:
aggnede5 a la Ritonna,6 e llí mme prese 7
un ber8 paro de mmànnole9 d’aggnello.
              
     Le metto in d’uno stuccio, e ppoi lo chiamo.
10Dico: «Vedete voi sti du’ cojjoni?
Sò li dua soli che ttieneva Adamo».
              
     A sta bbotta lui parze un po’ imbriaco:
poi disse: «cuesti cqui ssò rreliquioni;
ma ar mi’ paese avemos er caraco».


Roma, 21 gennaio 1833


Note

  1. Il relativo che serve ai Romaneschi indeclinabile per tutti i casi.
  2. Volli.
  3. Fargli.
  4. Scherzo da scaltro.
  5. Andai.
  6. Piazza della Rotonda (il Pantheon) dove trovansi moltissimi venditori di vettavaglie.
  7. Presi.
  8. Bel.
  9. Mandorle.