Sonetti romaneschi (1998)/Li miseroschi

Li miseroschi

Sonetti romaneschi/Er verde Sonetti romaneschi/Ar pittore IncludiIntestazione 3 maggio 2010 75% Sonetti

Er verde Ar pittore

 
     Che vvor dí sto succhià, bbrutti paíni? 2
Che sso, mmai ve rodessi3 er terenosse! 4
Sò ffía5 de bbona madre, e a mme le sbiosse 6
nun me le sona chi nnun cià7 cquadrini.
              5
     Co nnoi li scarzacàni?8 heh heh, cche ttosse! 9
che ccatarro da marva10 e zzuccherini! 11
Sori sfrizzoli12 agretti e ttenerini, 13
cqua nun c’è ppasso c’a le bborze grosse.
              
     Si sse metteno14 ar torchio li corpetti,
10nun ce sprèmeno l’arma d’un baiocco
da sfamasse15 a ppatate e a ggrasscioletti; 12
              
     e cce viengheno16 a ddí: ssucchia sto cocco!
Succhiatelo tra vvoi co li culetti,
contentanno17 accusí mmànico e ffiocco.18


Roma, 12 febbraio 1833

Note

  1. Miserabili, detti così in via di scherno.
  2. Zerbini.
  3. Rodesse.
  4. Le ossa: voce tratta dal pater-noster che termina nella bocca del popolo «e tterenosse inducasse in tentazione», ecc.
  5. Figlia.
  6. Colpi di Venere.
  7. Ci ha: ha.
  8. Scalzi per miseria.
  9. Pretensione, vanità, ecc.
  10. Malva.
  11. Vedi la nota... del Sonetto...
  12. 12,0 12,1 «Grascioletti»; quel che rimane della torcitura della sugna, bollita onde estrarne il distrutto. Sono insomma i così detti sfrizzoli stretti da torchio in un masso, che, tagliati e venduti a fette, mangiansi dal volgo con una schifosa avidità. Si dà nome di sfrizzolo a persona magra della persona e asciutta di danaro.
  13. «Agri e teneri», cioè guitti, miserini.
  14. Se si mettono.
  15. Sfamarsi.
  16. Vengono.
  17. Contentando.
  18. Vedi i Sonetti…