Sonetti romaneschi (1998)/Li Morti de Roma

Li Morti de Roma

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Er caffettiere fisolofo Er focone

 
     Cuelli morti che ssò1 dde mezza tacca 2
fra ttanta ggente che sse va a ffà fotte, 3
vanno de ggiorno,4 cantanno a la stracca,
verzo la bbúscia5 che sse l’ha dda iggnotte. 6
              5
     Cuell’antri,7 in cammio,8 c’hanno la patacca 9
de Siggnori e dde fijji de miggnotte, 10
sò ppiú cciovili,11 e ttiengheno la cacca 12
de fuggí er Zole, e dde viaggià dde notte. 13
              
     Cc’è ppoi ’na terza sorte de figura,
10’n’antra spesce14 de morti, che ccammina
senza moccoli e ccassa in zepportura.
              
     Cuesti semo noantri,15 Crementina,
che ccottivati16 a ppesce de frittura,
sce17 bbutteno a la mucchia de matina.


Roma, 23 gennaio 1833


Note

  1. Sono.
  2. Di mezzana condizione.
  3. Perisce.
  4. Il così detto «giorno» è lo spazio della giornata che corre dal mezzodì al tramontar del sole.
  5. Buca.
  6. Inghiottire.
  7. Altri.
  8. In cambio.
  9. Patente.
  10. Bagasce. Credesi che i bastardi abbiano in vita buona fortuna.
  11. Civili.
  12. Vanità.
  13. Vanno dall’ave-maria alle due ore di notte.
  14. Specie.
  15. Noi altri.
  16. Vedi il Sonetto...
  17. Ci.