Sonetti romaneschi (1998)/La fanga de Roma

La fanga de Roma

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Er fornaro Li Croscifissi der venardí-ssanto

 
     Questa? eh nnemmanco è ffanga. Pe vvedella
s’ha d’annà2 a li sterrati a ppiazza Poli
indov’abbito io; ché ssi3 nun voli
ce trapassi in barchetta o in carrettella.
              5
     Ce fussi armeno un po’ de serciatella
attorn’attorno, quattro serci soli,
da mette er piede e annà ssott’a li scoli
de le gronnàre!4 ma nemmanco quella.
              
     Pe rricrami5 ne fàmo6 oggni tantino;
10e allora ècchete7 dua cor un treppiede
un cannello coll’acqua e un occhialino.
              
     E a sti scannajji8 tu cce pijji fede:
ebbè, sò9 ggià ddiescianni cor cudino 10
e la serciata ancora nun ze vede.


28 marzo 1834


Note

  1. Fango.
  2. Andare.
  3. Se.
  4. Grondaie.
  5. Reclami.
  6. Facciamo.
  7. Eccoti.
  8. Scandagli.
  9. Sono.
  10. Dieci anni con una appendice.