Sonetti romaneschi (1998)/Ar pittore
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Ar pittore
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Caro sor Bonascópa,1 a la grazzietta.
Voi che ffate li cquadri a ssotto-scianca, 2
dico, diteme un po’, cquanto sciamanca 3
a sporcà sta mi’ stanzia bbenedetta?
5
Me pare ch’è un ber pezzo che ss’aspetta,
e ssarebb’ora de passà la bbanca. 4
Eh cchi ssete, un pittore o un artebbianca, 5
che vve pijji, diograzzia, una saetta?
Pe cquattro sgraffi schiccherati a sguazzo 6
10nun avería mai creso7 d’impiegacce 8
tutte ste cuattro tempore der cazzo.
Che cciavete9 a le mano, le legacce?
State a mmette li conzoli in palazzo,
sor sbaffa-culi, sor impiastra facce?
Roma, 13 febbraio 1833
Note
- ↑ Ai cattivi pittori si dà il nome di Michelangiolo Bonascopa per parodia di Michelangiolo Buonarroti.
- ↑ A sotto-gamba: con estrema disinvoltura: con somma facilità.
- ↑ Ci manca.
- ↑ «Passar la banca» vale «venir la sua volta».
- ↑ Venditore di minestre ed altre minutaglie.
- ↑ Freghi fatti giù a guazzo.
- ↑ Creduto.
- ↑ Impiegarci.
- ↑ Ci avete.