Sonetti per la infermità, e guarigione di Cosimo I dei Medici/Sonetto XXX

Sonetto XXX.

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Sonetto XXIX Sonetto XXXI


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AL REV. PADRE DON GRAZIA


priore degli angioli




SONETTO XXX.


Mai non fia, che ’l mio cor si stanche, o sazie
     Or, ch’è salvo il Gran Re d’Etruria, e noi
     Lieti, e felici, di commendar voi,
     4E render, Grazia, a’ preghi vostri grazie.

Nè fien mai le mie voglie o stanche, o sazie
     Di narrar la costanza, e gli alti suoi
     Gesti immortali, onde mille anni, e poi
     8Sarà chi lui celebri, e me ringrazie.

Come nullo ebbe mai virtù più rara
     Tra quantunque mai furo o Duci, o Regi,
     11Così nullo avrà mai fama più chiara.

Tai sono, e tanti i suoi unici pregj,
     Ch’a gran ragion, chi ventale ha cara,
     14È che più d’altro il Ciel lo privilegi.