Sonetti lussuriosi (edizione 1986)/Libro secondo/IV
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Pietro Aretino - Sonetti lussuriosi (1526)
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Morendo su le forche, un Ascolano,
qual era avvezzo a scaricar la foia,
vide, torcendo il capo, il culo al boia,
che li facea su ’l collo un ballo strano.
Subitamente, o fragil senso umano!5
il cazzo se gli arrizza, ancor che moia;
ma non se ’l mena già, che gli da noia
l’aver legata l’una e l’altra mano.
Così all’inferno, a cazzo ritto è andato,
e al Nemico, in vece di saluto,10
dentro del negro cul l’ebbe ficcato;
poi ringraziollo e disse: - O Pluto,
tu hai le corna ed io ti ho buggerato;
dunque ti posso dir becco fottuto.