Sonetti lussuriosi (edizione 1986)/Libro primo/XII
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Pietro Aretino - Sonetti lussuriosi (1526)
Libro primo
XII
XII
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Marte, maledettissimo poltrone!
Così sotto una donna non si reca,
e non si fotte Venere alla cieca,
con assai furia e poca discrezione.
- Io non son Marte, io son Hercol Rangone,5
e fotto qui che sete Angela Greca;
e se ci fosse qui la mia ribeca,
vi sonerei fottendo una canzone.
E voi, Signora, mia dolce consorte,
su la potta ballar faresti il cazzo,10
menando il culo in su, spingendo forte.
- Signor sì, che con voi, fottendo, sguazzo,
ma temo Amor che non mi dia la morte,
colle vostr’armi, essendo putto e pazzo.
- Cupido è mio ragazzo15
e vostro figlio, e guarda l’arme mia
per sacrarle alla dea Poltroneria.