Sonetto XXV

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XXIV XXVI
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SONETTO XXV.


 
    Non tirar fottutello di cupido
Dardi maggiori, fermati bismulo,
Ch’io vò fotter in potta e non in culo
4Costei, ch’ormai m’ha il cazzo incenerido.

    E nelle gambe, e nella braccia fido
Si discomodo stò che non t’adulo,
E si morebbe a starvi un’ora un mulo,
8Ed io pur soffro, e non dò voce o grido.

    E se voi, Beatrice, stentar faccio
Perdonar mi dovete, perche mostro
11Che fottendo a disaggio, mi disfaccio.

    E se non ch’io mi specchio nel cul vostro
Stando sospeso in l’un e l’altro braccio:
14Ma non si finirebbe il fatto nostro,

                    O cul di latte e d’ostro!
Se il vedervi non mi prestasse lena
    17Non mi starebbe il cazzo ritto appena.