Sonetto XXII

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XXI XXIII
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SONETTO XXII.


 
    Oh saria ben una coglioneria
Send’in potestà mia fottervi adesso,
Avendo il cazzo nella potta messo
4Del cul non mi facendo carestìa.

    Finisca in me la mia genealogia
Ch’io vò fottervi dietro spesso, spesso,
Poiche è più differente il cul dal fesso
8Che l’acquarola dalla malvasìa

    Fottimi e fà di me ciò che tu vuoi
O in potta o in cul, ch’io me ne curo poco
11Dove che tu ci facci i fatti tuoi.

    Che non ho meno in cul, ch’in potta il foco,
E quanti cazzi han muli, asini e buoi
14Non scemerian di tant’ardor un poco.

                    E saresti un dappoco
A farmelo in la potta, usanza antica,
    17Che s’io foss’uomo non vorrei mai fica.