Sonetto XVIII

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XVII XIX
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SONETTO XVIII.


 
    Poggiami questa gamba in sù la spalla,
E levami dal cazzo anco la mano,
E quando vuoi ch’io spinga o forte o piano,
4Piano o forte col cul sul letto balla.

    E s’il cul dalla potta il cazzo falla,
Dimmi che son forfante empio e villano,
Perch’io conosco dalla vulva all’ano
8Come conosce il caval la cavalla.

    La man dal cazzo no vuò levar io
Non farò io giammai questa pazzìa,
11E se non vuoi così vatti con Dio.

    Ch’il gusto dietro tuo tutto sarìa,
Ma con il tuo sarà accopiato il mio,
14Sicche o fotti a mio modo o vanne via.

                    Io non mi levarìa
Cara signora da si dolce ciancia
    17Se me lo comandasse il Rè di Francia.