Sonetto VII

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VI VIII
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SONETTO VII.


 
    Tu m’hai il cazzo in potta, in cul mi vedi,
Ed io vedo il tuo cul com’egli è fatto,
Ma tu potresti dir ch’io sono un matto
4Perche tengo le man dove stà i piedi.

    Ma s’a cotesto modo fotter credi,
Credillo a me, che non ti verrà fatto,
Perche assai meglio al fottere io m’adatto
8Quando col petto, sul mio petto siedi.

    Vi vuò fotter per lettera comare
E vuò farvi nel cul tante ruine
11Cole dita, col cazzo, e col menare,

    Che sentirete un piacer senza fine.
Io non so che più dolce, che gustare
14Da Dee, da Principesse, e da Regine,

                    E mi direte alfine
Ch’io son un valent’uomo in tal mestiero.
    17Ma d’aver poco cazzo mi dispero.