Sonetto V

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IV VI
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SONETTO V.


 
    Mettimi un dito in cul, caro vecchione,
E spingi il cazzo dentro a poco a poco;
Alza ben questa gamba e fà buon gioco
4Poi mena senza far ripetizione.

    Che per mia fè quest’è il miglior boccone
Che mangiar il pan unto presso il foco,
E s’in potta ti spiace, muta loco
8Ch’uomo non v’è che non sia buggerone.

    In potta t’el farò per questa fiata
E in quest’altra, e n’ potta e n’cul il cazzo
11Mi farà lieto, e tu lieta e beata.

    E chi vuol esser gran maestro è pazzo,
Ed è proprio un uccel perde giornata
14Chi d’altro che di fotter ha solazzo.

                    E creppi in un palazzo
Ser cortigian, e aspetti ch’il tal muoja,
17Ch’io bramo per me sol trarme la foja.