Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli (1920)/XXIII. Tenzoni di rimatori perugini/V. Tenzone tra Ridolfo e Pietro di maestro Angelo
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V
TENZONE TRA RIDOLFO E PIETRO DI MAESTRO ANGELO
I — RIDOLFO
Quali sono i suoi fantastici desidèri.
Desio l’amor del beato battesmo
e star con Isach, Iacob ed Aron,
con gli angioli cantare eleysòn:
4ma ancora vorria vivere un centesmo,
crescendo sempre fé, ond’io son cresmo;
e tener d’oro il fiume de Gihòn,
ancor d’argento Tigris e Fisòn,
8ché molte faria ricch’e me medesmo;
e d’anni venti tornare in quel tempo,
ed essere sano, giolivo e gaio,
11e tuttora aiutando quale men pò;
a maristalla vorria un cavai baio,
che mi portasse in un’ora in Baldacche;
14quanto la vita dura, non si stracche.
2 — PIETRO
Asseconda, rincarando la dose, le fantasticherie dell’amico.
Ambo ensieme queste cose avesmo,
con lo tributo, che possiè Carón;
prode fussemo via piú, che Giasón,
4e n tenzona come fu Ettor stesmo;
ed en Io cielo empirio entrar dovesmo,
e possederlo ensieme con Sansón;
qua gió aver le ciance d’Almeón,
8e come buon destrier forte corresmo;
e mio fusse proprio de qui ad Empo‐
li, e per mezzo de fiorin gisse un raio,
11e dicere agli avari: — Costui dar vem pò; —
e posseder per me ciò, ch’io non aio,
e viver gioven quanto visse Isacche,
14puoi con David cantar «Salvum me /acche».