Sonetti (Salimbeni)/A fine di riposo sempre affanno

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Quanto si può, si de' sanza disnore Sonetti (Salimbeni)
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Messer Benuccio Salimbeni
a Bindo Bonichi.

     A fine di riposo sempre affanno,
E zappo in acqua, e semino in su rena,
E la speranza mi lusinga e mena
D’oggi in domane, e così passa l’anno.

     E son canuto sotto questo inganno
Sanza poter ricogliere un dì lena;
Ma la speranza paura raffrena,
Veggendo come gli anni se ne vanno.

     E temo, ch’io non compia mia giornata
Sanza potermi ponere a sedere,
Che terza e sesta e nona è già passata,

     E viene il vespro: e sì vorrei volere
Dal campo fare una bella levata,
E non vorrei, e questo ha più potere;

     Però ch’i’ son da ta’ funi legato,
Che non mi posso partir da mercato.

     Ond’io ricorro a te, Bindo Bonichi,
Che in questo caso mi consigli e dichi,

     Se tu se’ d’ogni fune ben disciolto,
E come t’è di tua levata colto.