Software libero pensiero libero/Volume I/Parte seconda/Cos'è il copyleft?
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Traduzione dall'inglese di Bernardo Parrella (2003)
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Cos'è il copyleft?
Il copyleft [permesso d'autore] è un metodo generale per realizzare un programma di software libero e richiedere che anche tutte le versioni modificate e ampliate dello stesso rientrino sotto il software libero.
La maniera più semplice per rendere libero un programma è quella di farlo diventare di pubblico dominio, senza copyright [diritto d'autore]. Ciò consente a chiunque di condividere tale programma e le relativi perfezionamenti, se questa è l'intenzione dell'autore. Ma così facendo, qualcuno poco incline alla cooperazione potrebbe trasformarlo in software proprietario. Potrebbe apportarvi delle modifiche, poche o tante che siano, e distribuirne il risultato come software proprietario. Coloro che lo ricevono in questa versione modificata non hanno la stessa libertà riconosciuta loro dall'autore originale; è stato l'intermediario a strappargliela.
L'obiettivo del progetto GNU è quello di offrire a tutti gli utenti la libertà di ridistribuire e modificare il software GNU. Se l'intermediario potesse strappar via la libertà, potremmo vantare un gran numero di utenti, ma privati della libertà. Di conseguenza, anziché rendere il software GNU di pubblico dominio, lo trasformiamo in "copyleft".
Questo specifica che chiunque ridistribuisca il software, con o senza modifiche, debba passare oltre anche la libertà di poterlo copiare e modificare ulteriormente. Il copyleft garantisce che ogni utente conservi queste libertà. Il copyleft fornisce inoltre ad altri programmatori l'incentivo ad aggiungere propri contributi al software libero. Importanti programmi liberi, quali il compilatore GNU C++, esistono soltanto grazie a tali incentivi.
Il copyleft aiuta altresì quei programmatori disposti a offrire contributi per migliorare il software libero ad ottenerne il permesso. Spesso costoro lavorano per aziende o università che sarebbero disposte a quasi tutto pur di guadagnare qualcosa. Un programmatore potrebbe voler offrire alla comunità le proprie modifiche, ma il datore di lavoro vorrebbe invece inserirle all'interno di un prodotto di software proprietario.
Quando gli spieghiamo che è illegale distribuirne versioni migliorate se non come software libero, generalmente il datore di lavoro decide di diffonderle in quanto tali piuttosto che buttarle via.
Per trasformare un programma in copyleft, prima lo dichiariamo sotto copyright; poi aggiungiamo i termini di distribuzione, strumento legale onde garantire a chiunque il diritto all'utilizzo, alla modifica e alla redistribuzione del codice di quel programma o di qualsiasi altro da esso derivato, ma soltanto nel caso in cui i termini della distribuzione rimangano inalterati. Così il codice e le libertà diventano inseparabili a livello legale.
Gli sviluppatori di software proprietario ricorrono al copyright per rubare agli utenti la propria la libertà; noi usiamo il copyright per tutelare quella libertà. Ecco perché abbiamo scelto il nome opposto, modificando "copyright" in "copyleft".
Il copyleft è un concetto generale; esistono svariate modalità per definirne i dettagli. Nel progetto GNU, i termini specifici della nostra distribuzione vengono indicati nella GNU General Public License (Licenza Pubblica Generica GNU), spesso abbreviata in GNU GPL. Al riguardo esiste l'apposita pagina che risponde alle domande più frequenti (FAQ, Frequently Asked Questions: http://www.gnu.org/licenses/gpl-faq.html). È inoltre possibile informarsi sul perché la Free Software Foundation riceva dei progetti sotto copyright da vari collaboratori (http://www.gnu.org/copyleft/why-assign.html).
Una forma alternativa di copyleft, la GNU Lesser General Public License, nota con l'acronimo LGPL (Licenza Pubblica Generica Minore GNU) viene applicata ad alcune librerie GNU, ma non a tutte. Inizialmente questa licenza era chiamata GNU Library GPL, ma ne abbiamo modificato il nome perché quello precedente incoraggiava gli sviluppatori a usarla con maggior frequenza di quanto avessero dovuto. La GNU Library GPL, è tuttora disponibile in formato HTML e testo, pur essendo stata superata dalla LGPL.
La GNU Free Documentation License, abbreviata in FDL (Licenza per Documentazione Libera GNU) è una forma di copyleft stilata per l'utilizzo in manuali, libri di testo o altri documenti onde garantire a chiunque l'effettiva libertà di copiare e ridistribuire tali materiali, con o senza modifiche, sia a livello commerciale che non-commerciale. La licenza appropriata è inclusa in numerosi manuali e in ogni distribuzione del codice sorgente GNU.
La GNU GPL è progettata in modo da poter essere facilmente applicata a ogni programma, qualora l'autore ne detenga il copyright. Per farlo non è necessario apportare modifiche a tale licenza, basta aggiungere al programma una nota che faccia corretto riferimento al testo della GNU GPL.
Per rendere copyleft un programma usando la GNU GPL oppure la GNU LGPL occorre riferirsi alla pagina con le apposite istruzioni (http://www.gnu.org/copyleft/gpl-howto.html). È importante notare che, qualora si decida di fare uso della GPL, bisogna riportarne il testo per intero. Si tratta di un insieme integrale, di cui non è consentita la copia parziale. (Analogo discorso per la LGPL).
Il ricorso agli stessi termini di distribuzione per programmi diversi tra loro ne facilita la copia del codice. Poiché tutti i programmi seguono i medesimi termini di distribuzione, non occorre preoccuparsi se questi siano o meno compatibili. La LGPL comprende una nota che consente la modifica dei termini di distribuzione per aderire alla GPL normale, in modo da renderne possibile la copia del codice in un altro programma già coperto dalla GPL.
Per rendere copyleft un manuale tramite la GNU FDL si consulti la pagina delle relative istruzioni (http://www.gnu.org/copyleft/fdl-howto.html). Come nel caso della GNU GPL, occorre usare la licenza per intero; non sono ammesse copie parziali.