Milda

Si conta e si racconta.../Re Prudenzio IncludiIntestazione 3 settembre 2010 50% Fiabe

Re Prudenzio

Rospus mago, Wolff, Milda, La fata Vampa e Coro di uomini e di donne mutati in rospi e ranocchi dal mago Rospus.

La scena rappresenta la grotta del mago Rospus, orrida, ingombra di tutti gli arnesi dell’arte di lui. Uomini e donne mutati in rospi e ranocchi riempiono la scena. Milda siede sola in disparte. Rospus non l’ha trasformata perché l’ama. È l’ultimo giorno del suo sembiante umano concessole dal Mago.

Coro (Sulla scena si balla... ma è ballo di anime tristi... non è allegria):

Creh-creh! Creh-creh! Saltiamo allegri! Il nostro tiranno è lontano.

Creh-creh! Salta e balla anche te, fanciulla gentile.

Che vale struggerti in pianto?

Salta e balla! Creh-creh!

(A poco a poco rallentano i movimenti ritmici, diventano tristi... ed il ballo cessa.)

Milda:

O giorni deliziosi della mia casa paterna,

sotto l’ombra dei mandorli,

presso la fontana muschiosa!

Coro:

Creh-creh! Creh-creh!

Milda:

Oh canzoni che salivate pel cielo azzurro e puro,

destando l’eco assopito delle alte rocce d’attorno!

(Nel ricordare, più intenso diviene il suo racconto)

Dalla cima della montagna selvosa mi rispondeva il lieto suono del suo corno!

Era il forte cacciatore che mi salutava!

e parea ripetermi: Milda, t’amo, t’amo!

Coro (riprendendo il ballo):

Creh-creh! Salta e balla (la danza più folle diviene)

anche te, fanciulla gentile.

Che vale struggerti in pianto?

(Col pianto scoppia nuovamente il dolore)

Il passato non ritorna, creh-creh!

(Le coppie si distaccano, la danza è finita.)

(Si ode un rumore sinistro, che di mano in mano si avvicina: la luce della grotta si oscura alquanto.)

Coro (dando segni di terrore):

Ahimè, la terra trema e si oscura il sole!

È lui, Rospus.

(Appare nel suo carro di nautilo tratto da quattro topolini.

Tutti si affollano attorno a Rospus che li respinge.)

Rospus:

Zitti, zitti... Levatevi di torno! Oggi son capace di schiacciarvi tutti come fetide pulci... Via, via!...

(Escono tutti disordinatamente, meno Milda.)

(Si cambia in volto e diviene pensieroso)

Sorge il giorno nefasto sopra la mia grotta! La mia potenza è vicina ad essere infranta!

(A Milda)

Tu vuoi dunque la mia morte?

Rispondi, l’ora urge!

Milda (assorta):

Era il forte cacciatore che mi salutava,

e parea ripetermi: Milda, t’amo, t’amo!

Rospus (minaccioso):

Rispondi, rispondi! O ti cambio in rospa.

(Milda si ritrae in un angolo sfuggendolo.)

(Insinuante)

Trasformerò quest’orrida grotta in un palazzo tutto d’oro e diamanti avrai le più nobili creature umili serve agli ordini tuoi.

Ciò che l’uomo non sogna neppure sarà una realtà per te, o fanciulla,

se, come chiede il Fato, mi dirai:

(con intenzione)

Rospus, tu sei il diletto del mio cuore!

Milda:

Fossi tu più splendido del sole che rallegra tutta la natura;

fossi più benefico della pioggia che ravviva i fiori morenti;

(sfuggendo sempre Rospus che vuole attirarla, e passa dall’altro lato)

fossi tu più dolce dei gorgheggi dell’usignolo nelle notti di maggio,

non uscirebbe dalle mie labbra codesta parola, no, no, mai!

Rospus (con finto dolore):

(Inganniamola.) Hai vinto!

Rospus cede.

(Simulando ed insinuante)

Pure, se tu mi avessi amato,

se almeno la pietà fosse penetrata nel duro tuo seno di fanciulla,

io ben potrei, domani,

assidermi al banchetto dove felici si nutrono di cibi immortali gli Spiriti.

E tu sederesti meco nel simposio celeste,

bella fra le più belle creature che beano il mondo.

Ora tutti e due, ascolta,

declineremo presto;

e presto diventeremo vermi e polvere... e poi... (esitando) nulla!

Milda (con scatto):

Che me n’importa?

Rospus:

Sia! Sia!

(Va a prendere un nappo e una bottiglia.)

Lascerai questa soglia.

Bevi. Rospus cede.

Milda:

No, non vo’ bere!

Rospus (fintamente):

Che? Forse ti decidi a restare?

Milda (dopo un momento di esitazione, sperando di rompere l’incanto, esclama):

Bevo, bevo!

Rospus:

Olà!

(Il coro di uomini e di donne rientra precipitosamente. Sembra che negli occhi di Rospus brillino lampi d’inferno. Tutti si acquattano atterriti in attesa mentre egli parla.)

Rospus:

Bevete, tutti.

Oggi è giorno di grazia!

(Mesce a Milda da una boccetta che trae fuori di nascosto dal seno)

(Questo a te sola!)

Qui dentro è chiusa una potenza sovrana!

Quella che crea le forme tutte della Natura.

Bevete!

Con questo liquore gli esseri visibili e gli esseri invisibili si rinnovellano.

Bevete!

CORO (sottovoce):

Occhio alle labbra di Milda.

S’ella beve, berremo noi!

Milda:

Se l’inganno si cela in questo liquore,

disperdilo, o alto Signore degli Spiriti!

Bevo!

Fa che ogni goccia si muti per Rospus in rapido ministro d’atroce morte!

Bevo!

Coro:

Torneremo alle dolci umane sembianze,

rivedremo i parenti a cui fummo rapiti!

Beviam!

Se l’inganno si cela in questo liquore,

disperdilo, o alto Signore degli Spiriti!

Beviam!

Rospus (con ferocia):

(Or fa la tua opra, o filtro!)

(Tutti bevono.)

MILDA (sopraffatta):

Che accade dentro di me?

CORO (stupiti. Tutte le coppe rumoreggiano per terra):

Che accade dentro di noi?

MILDA:

Una soave lassezza di sonno!

Coro:

Un languore ineffabile!

Rospus (con scherno):

Andate via sonnambuli svegli!

Ebbri d’oblio, andate via!

(Milda esce insieme con il Coro. Ode la chiamata di Wolff e intuendo una forza superiore alla sua esclama furibondo)

Già comincia la lotta.

I miei nemici sono già a quella soglia.

Ah, non posso vietargli l’entrata.

Starò in ascolto, qui dietro:

essi sono forse più forti, ma io più astuto.

(Si nasconde. Entrano la fata Vampa e Wolff. La leggera veste della Fata dà ragione del suo nome, sembra una fiamma che la circondi.)

Vampa:

Ella è qui, la vedrai tosto.

Contro le arti del Mago combattere ti è forza abbandonato a te stesso.

Rammenta i miei consigli.

Premio della vittoria è il possesso di colei che è regina del tuo cuore.

Wolff:

Se l’amore non vincesse,

qual altra forza in terra o in cielo,

potrebbe mai rompere l’incanto?

Vampa:

Passerai per tre prove una più ardua dell’altra.

Se ti scoraggi un istante,

la tua impresa è perduta.

Cadrai in potere del Mago,

diverrai suo schiavo in eterno;

e Milda sarà sua, e, immortali,

s’ameranno lassù tra noi.

Wolff:

Se l’amore non vincesse,

qual altra forza in terra o in cielo,

potrebbe mai romper l’incanto?

Vampa (chiamando, portando la mano alla bocca):

Rospus! Rospus!

Rospus (apparendo da dietro la roccia, con finta umiltà):

Benvenuti, amici!

Ospitale fu sempre, questa mia grotta.

Riposatevi, ristoratevi, quantunque nulla io abbia che sia degno della possente fata Vampa: succhi d’erbe benefiche, liquori distillati con arte meschina...

Vampa (con intento):

Tu sai perché venuti noi siam qui.

Rospus:

Pietà, pietà d’un povero vecchio.

Insuperbito dei miei trionfi sulle forze nascoste della Natura,

io chiesi agli Spiriti il Cibo che li rende giovani e immortali.

Vampa:

Il Fato rispose: Fatti amare dalla prima fanciulla che incontrerai,

giacché l’amore è il divino cibo che rende sempre giovani e immortali.

Wolff (con dolcezza):

Ma Milda, che tu incontrasti la prima sul tuo sentiero,

Milda era mia! Te la contendo,

e son qui per la gran prova.

Rospus (c.s.):

Per te il mondo ne ha mille altre!

Vampa:

Gliel’ho cercata io fra mille.

Rospus:

Amano tutte ugualmente!

Wolff:

Nessuna potrà amare come lei!

Rospus:

Pietà, pietà d’un povero vecchio.

Wolff:

Hai tu avuto pietà di me?

Vampa:

Hai tu avuto pietà di lei?

Wolff:

Io sento, qui,

la infallibile voce del cuore,

che mi dice: vincerai!

Vincerò! Non è possibile che due cuori amanti debbano esser divisi così crudelmente!

Mentirebbe il sole che assentiva ai nostri baci,

mentirebber le stelle che assentivano ai nostri abbracci!

Mentisca Rospusl

Wolff:

Bada, non sei certo di vincermi!

Vampa:

Ne sei tu certo?

Io ti lascio.

(Vampa ha indietreggiato a poco a poco, si ferma un momento e poi sparisce dietro una porta.

La scena rimane in una quasi completa oscurità.)

Rospus (chiudendo la porta dove è sparita Vampa, dice con voce terribile a Wolff):

Ora a noi!

Coro (di dentro si ode un lamento):

Ahimè! Ahimè! Ahimè!

Wolff:

Il cuore mi si è turbato!

Rospus:

(L’opra del filtro è compiuta!)

(Afferrando un terrorizzato)

(Entra disordinatamente il Coro facendo gesti di terrore)

Che sono questi lamenti?

Che cosa avvenne? Parlate.

(Portano fuori Milda sopra una barella, la depongono in terra nel fondo della grotta.)

Coro:

È morto il fiore gentile!

Morto il sorriso di bellezza!

Milda è morta, ahimè!

È morta, è morta, ahimè!

Rospus (simulando dolore, rivolgendosi a Wolff):

Morta? La tua voce l’ha uccisa.

Wolff:

Ella è morta?

Morta quando si avvicinava l’ora della liberazione?

Lasciatemi vedere! Lasciatemi toccare!

Questa è un’infernale illusione!

Fredda! Fredda! Ti scalderò coi miei baci,

colle mie grida ti desterò.

Ah, se mi amasti davvero udrai, anche dall’inferno,

questo suono.

(Suona replicatamente il corno da caccia. Alla prima chiamata del corno è silenzio e Raspus ride con scherno, alla seconda Milda dà segno di vita e Rospus tremando vorrebbe impedire la terza e magica chiamata del corno, e minaccioso si avanza verso Wolff; ma troppo tardi, che Milda si desta, e salta in piedi trasognata.)

Rospus:

Maledizione!

Milda:

Era il forte cacciatore che mi salutava e parea ripetermi: Milda, t’amo, t’amo!

Coro:

Non era morta, dormiva!

Il fiore gentile si è destato!

Wolff:

L’ha destata il richiamo

dei nostri giorni felici!

Rospus:

Non lo previdi, stolto che fui!

Stolto che fui, non lo previdi!

Hai vinto la prova più facile.

Strappa, strappa ora alla fanciulla un giuramento d’amore.

Wolff:

Lasciami solo con lei.

Rospus (ironicamente):

Lasciamoli soli.

(Volgendosi alla folla)

E voi che vi siete rallegrati della mia sconfitta, portate via tormenti roditori dentro le ossa!

Coro (andando via molto rapidamente come per incanto zoppicando e contorcendosi):

Ahi! Quai cani arrabbiati ci divorano internamente!

Ahi! Ahi! Cessa un momento!

Perché straziarci così?Ahi! Ahi!

(Rospus e il Coro escono.)

Wolff (sorpreso del continuo silenzio di Milda):

Non mi riconosci?

Milda (trasognata non riconoscendolo):

Chi siete?

Wolff:

Non udisti quel suono di corno?

Milda:

Era il suo corno, lo intesi.

Wolff:

Non mi riconosce! Ha offuscato la sua mente il triste Mago.

Milda!

Milda:

Chi v’apprese il mio nome?

Wolff:

Son io, Wolff, il tuo Wolff!

Milda:

Lo attendo da un anno, un mese e un giorno!

Mi ha dimenticato! Vorrei,

vorrei non poterlo amare più!

Wolff:

M’ami dunque sempre? Ripeti questa parola possente.

Son io, Wolff, il tuo Wolff!

Milda:

Andate!

Vorrei non poterlo amare più...

(Da sé)

Eppure c’è un fascino irresistibile nella voce di costui!

Come di ricordi dolcissimi rifiorenti nel cuore!...

Ma egli crede di trarmi in inganno,

colle finte blandizie...

No, all’infuori di lui, a nessuno io dirò: t’amo! No.

Wolff:

Chi lui?... Il Mago forse? Qual lampo! Attendi un istante.

(Esce precipitosamente.)

Milda (c.s.):

Eppure vi è un fascino irresistibile nella voce di costui!

Ma perché, giunte al labbro, mentiscono le parole del cuore?

Ah, egli crede di trarmi in inganno colle finte blandizie!...

No, all’infuori di lui, a nessuno io dirò: t’amo! No.

Rospus (affaccia la testa dal suo nascondiglio):

È andato via? Si è perduto d’animo?

(Rientra Wolff mascherato da Mago, coll’identico vestito di Rospus, la grande barba fluente, ed imita l’andare e i gesti di quello.)

Rospus (sta per nascondersi di nuovo, ma Wolff lo ha scorto e lo trae fuori dal suo nascondiglio e lo

getta in disparte): Quale travestimento? Che intendi di fare?

Wolff:

Non nasconderti; assisti alla tua disfatta.

Rospus:

Che intendi di fare?

Wolff:

Vedrai.

Milda! Milda!

Milda (da sé):

Non ho trasalito!

Non provo più repugnanza all’aspetto del Mago.

(Scorge anche Rospus, si nasconde il viso tra le mani, atterrita, cercando di fuggire, ma udendo il canto di Wolff si arresta affascinata.)

Sono due, ahimè!

Wolff:

Ti canterò la più soave canzone,

quella che tu cantavi filando,

i buoi levavan la testa lunata,

gli usignuoli tacevano per ascoltarti.

Rospus (da sé):

Vo’ ripeterla anch’io.

Wolff (cercando d’imitare la voce di Milda):

Le mie dita inumidite traggon fili dorati così fili il destino giorni d’oro al mio amore!

Il mio pensiero è confuso col pensiero di lui.

Da lontano o da vicino,

io vivo pel mio amore!

(Rospus ripete la stessa canzone ma un po’ goffamente.)

MILDA:

Che tormento d’incertezza.

È questa, è questa la mia canzone

quella che io cantavo filando!

cacciatore il più ardito.

Il mio pensiero è confuso col pensiero di lui.

Da lontano o da vicino io vivo pel mio amore!

Wolff e Rospus (insieme c.s.):

La rugiada non l’offenda,

quand’ei va mattiniero,

nel più folto del bosco,

MILDA:

Che tormento d’incertezza!...

Chi, se non lui, lui solo,

potrebbe ripetermi la mia canzone prediletta?...

Ma quest’aspetto... ahimè!...

Ma pure... nella sua voce c’è qualcosa che mi attira...

che mi soggioga, che mi vince!...

(Milda al suono della voce di Wolff si avvicina e segue il canto, mentre Rospus procura d’imitare la canzone perché non svanisca l’incanto.)

MILDA:

Wolff, amor mio, sei tu, sei tu!

(Si getta fra le braccia di Wolff.)

Wolff:

Milda, amor mio, son io, son io!

Rospus:

Maledizione! Maledizione!

Non lo previdi neppure!

MILDA:

Mi desto da un sogno da un sogno orribile!

Rospus: (da un angolo della caverna trae fuori una spada precipitandosi verso Wolff):

No, non hai vinto ancora,

ne rimane un’altra prova,

una prova di morte!

Wolff (liberatosi dal suo travestimento da Mago, sciogliendosi dall’abbraccio di Milda):

Ed eccomi a te!

Difenditi.

Questa mia spada saprà ben trovare il solo punto vulnerabile del tuo corpo fatato.

Difenditi!

Rospus:

Pria che tu giunga a cavarmi una sola goccia di sangue, verserai fin l’ultima stilla del tuo sangue superbo!

Wolff:

Difenditi!

MILDA (scostatasi, mentre i due si battono, si inginocchia):

Se nel cielo c’è uno spirito più pietoso di tutti gli altri pei cuori che si amano,

dia baldanza al suo petto e diriga egli stesso il colpo che segnerà l’ultima ora del mago!

Rospus:

Ferito!

Wolff:

Non è nulla!

Rospus:

Ferito!

Wolff:

Scalfitture!

MILDA:

Oh, cielo!

Rospus:

Ferito! Tu impallidisci e vacilli.

Wolff:

No, ho ancora tanto sangue da poter far rosso l’oceano!...

Prendi!

Rospus:

Ah!... Son morto!

(Milda nel veder cadere Rospus, si getta nelle braccia di Wolff che vacilla esangue; in quest’istante apparisce la fata Vampa che toccando le ferite con la sua magica bacchetta le risana per incanto.) (Nel medesimo tempo una luce più bella rischiara la scena, che si è trasformata in un bel giardino. Accorre il Coro. Uomini e donne han già ripreso la loro forma umana.)

MILDA:

Oh, felicità

Ora sono tua per sempre!

Coro:

Vittoria! Vittoria!

Invincibile in cielo e in terra è Amore!

Wolff:

Oh gioia senza confine!

Ora sei mia per sempre!

Vampa:

Vivrete felici,

vivrete per amarvi!

E rivivrete in lunga progenie di figliuoli.

Cala il sipario.