Segnori, udite strano malificio

Rustico Filippi

Aldo Francesco Massera XIII secolo Indice:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu sonetti Segnori, udite strano malificio Intestazione 23 luglio 2020 25% Da definire

Due cavalier valenti d'un paraggio Amor m'auzide— Perché?—Per ch'io amo
Questo testo fa parte della raccolta II. Ser Iacopo da Leona
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I

Del modo, che Rustico Filippi tiene per poter fare il bellimbusto.

Segnori, udite strano malificio,
che fa il Barbuto, Tanno, di ricolta:
di’e’ verso l’aia rizza tal dificio,
4che tra’ si ritto, che non falla volta.
Or non è questo ben strano giudicio,
ch’a consumare ha si la gente tolta?
Chi gli averebbe dato questo uficio,
8ch’ad ogn’oni va pognendo dazo e còlta?
Non giova che la moglie Tammonisce:
— Che non pensi di queste tue fanciulle,
11se non che sopra ti pur miri e lisce? —
Que’ risponde: — Perché non le trastulle?
Tórre a’ compagni non mi comparisce,
14ca rimedir non posso pur le culle. —